Aumento di capitale Banca Monte dei Paschi di Siena, azioni e diritti: per chi vuol capire
Ci risiamo, nonostante ormai in Italia le operazioni di aumento di capitale sociale siano all’ordine del giorno, c’è sempre una parte di risparmiatori, quella che non ha dimestichezza con i mercati finanziari, che rimane incredula e sbigottita.
Ma, anziché prendere paura per una cosa che non riesce a capire, si illude che “il caso” gli abbia riservato una grande opportunità di guadagno.
Queste persone mi ricordano gli allocchi che si fermano ai baracchini del gioco dei tre campanellini e pensano di guadagnare facilmente 50 euro visto che è semplicissimo capire sotto quale campanellino è stata nascosta la pallina.
Vorrei davvero non essere frainteso in tal senso, ovviamente sono per la legalità, anzi di più, odio l’ingiustizia e le “furberie”, ma quando “si sottraggono” dei soldi a persone evidentemente stupide e mosse da un sentimento riprovevole come l’avidità per un guadagno facile, beh! dal punto di vista giuridico siamo comunque in presenza di un atto che va perseguito, ma dal punto di vista economico è un bene per la società nel suo complesso. E’ sempre meglio, infatti, che i soldi siano maggiormente nelle mani delle persone intelligenti, che sapranno farli fruttare e creare sviluppo, piuttosto che fra le mani degli stolti.
L’operazione di aumento di capitale sociale, che in questi giorni vede protagonista Banca Monte dei Paschi di Siena è l’ennesima riprova di questo assunto.
Dall’inizio dell’operazione il valore dell’azione (naturalmente rispetto al prezzo rettificato) è aumentato del 43,64%, mentre il diritto è sceso del 20,82%, attenzione, però, visto che stiamo parlando di grandezze diverse (l’azione alla partenza dell’adc valeva 1,54 euro ed il diritto 23,10 euro) gli investitori al momento registrano una perdita complessiva del 16,79%!!!
Naturalmente è elementare verificarlo dato che un azionista prima che partisse l’adc aveva in mano un’azione che valeva 24,64 euro ed ora ha una azione che vale 2,212 euro ed un diritto che ne vale 18,29 per un valore totale quindi di 20,502 euro (il 16,79% in meno dei 24,64 euro, appunto).
E’ evidente a tutti, poi, che il comportamento divergente delle azioni e dei diritti è illogico, visto che i diritti “si trasformeranno” in azioni, logica vorrebbe che i due titoli avessero variazioni convergenti, tuttavia, naturalmente, una spiegazione c’è, non è che improvvisamente ci siano dei pazzi che vogliono pagare molto più una cosa che potrebbero avere ad un prezzo molto inferiore.
Senza entrare nei particolari delle operazioni in derivati, che, nel caso di MPS, sono nella grande maggioranza di carattere ribassista sul titolo, ci sono “persone” (nella realtà operatore professionali) che hanno tutta la convenienza a “restituire” delle azioni (che oggi non hanno in mano) e quindi SONO COSTRETTE A COMPRARLE a qualunque prezzo (o quasi), visto poi che attualmente le azioni in circolazione sono poche (poco più di 116 milioni) la domanda è altissima e l’offerta limitata, di conseguenza il prezzo, per il momento, sale.
Il fatto è che quando questa “anomalia” finirà il prezzo delle azioni sarà destinato a crollare, probabilmente avverrà nei prossimi giorni, ma se anche non accadesse prima della fine di questa settimana al termine della quale, come noto, non saranno più negoziabili i diritti, il crollo del prezzo delle azioni avverrà CERTAMENTE quando saranno immesse sul mercato 5 miliardi di nuove azioni.
Fanno quasi tenerezza, invece, le persone più sprovvedute che anziché pensare che in questo momento sia il prezzo delle azioni ad essere enormemente gonfiato, ritengono che siano i diritti ad essere molto sottovalutati, e vedono quindi grandi opportunità di guadagno.
Ora, naturalmente, non è impossibile che al termine dell’operazione di adc l’azione possa valere più di 1,427 euro (che sarà il prezzo di carico di un ipotetico investitore che all’asta di chiusura di ieri sera avesse acquistato diritti), ma certamente non varrà 2,212 euro (come al fixing di ieri).
Si legge invece su vari siti internet (ma purtroppo anche sulla stampa nazionale!) che i diritti sono a sconto, una terminologia che non esito (l’ho già fatto) a definire truffaldina proprio perché evoca, nel risparmiatore più sprovveduto, un senso di opportunità che nella realtà non esiste.
Cari lettori, in finanza non ci sono “i saldi” di fine stagione, c’è un mercato che in qualsiasi momento determina un prezzo.
Il prezzo dei diritti è quello “reale” quello del mercato, tanto per intenderci, quindi un loro acquisto può rivelarsi indifferentemente un buono come un cattivo investimento, il tempo ce lo dirà, ciò che invece possiamo dire senza alcun tema di smentita è che acquistare ora direttamente l’azione, se non per motivazioni speculative, è da folli, una persona che acquista oggi direttamente azioni MPS perché crede nel titolo e vuole tenerlo in portafoglio è da internare immediatamente, può naturalmente farlo invece comprando diritti.
La volatilità riscontrata sul titolo, poi, ha creato molto clamore, ma son tutte cose già viste, non serve avere un’esperienza trentennale sui mercati, basta tornare a meno di due anni fa e vedere cosa è accaduto durante l’aumento di capitale dell’allora Fondiaria Sai (oggi UnipolSai), la volatilita che vediamo su Banca MPS al confronto fa ridere, vi riporto le variazioni percentuale giornaliere che ebbe il titolo nelle dieci sedute (due settimane) in cui erano quotati i diritti, eccole: +119,9%; +89,48%; -43,96%; +20,9%; +18,25%; -7,03%; +9,59%; -9,75%; -5,82% e -58,82% nell’ultima giornata di aumento di capitale.
Naturalmente non dimenticate che quando si parla di percentuali i segni più ed i segni meno non hanno la stessa valenza, banalmente un titolo che perde un giorno il 50% ed il successivo guadagna il 50% non è ritornato allo stesso prezzo precedente (insomma, per capirci, se una cosa che valeva 100 perde il 50% e vale 50, per tornare a valere 100 deve raddoppiare il suo valore, cioè guadagnare il 100%).
Detto questo alla chiusura dell’ultimo giorno di contrattazione dei diritti il valore dell’azione Fondiaria Sai era comunque superiore rispetto all’ultimo avvaloramento prima dell’inizio dell’operazione di adc del 19,05%. Nel primo giorno di contrattazione con i diritti scaduti, però, il titolo perse il 28,29% già in apertura, e quindi senza dare la possibilità agli azionisti di vendere le azioni ad un prezzo migliore. Così gli investitori che avevano aderito all’aumento di capitale sociale si trovarono una perdita, rispetto al valore dell’azione ante-adc, del 14,63%.
Poi sappiamo tutti che in questi due anni, dopo la fusione con Unipol, il titolo ha avuto una eccellente performance e coloro che avessero acquistato le azioni prima dell’adc, sottoscritto l’aumento e mantenuto i titoli in portafoglio fino ad oggi si troverebbero un guadagno sull’investimento del +122,19%, niente male in meno di ventiquattro mesi.
Un’ultima cosa, prima di concludere, nessuno ne parla, ma contemporaneamente a Monte dei Paschi di Siena sta facendo una operazione analoga anche la Banca Popolare di Sondrio, solo che per un importo enormemente inferiore (intorno ai 300 milioni di euro), ecco, visto che si tratta di un adc “normale” e non estremamente “diluitivo” come quello di MPS, non si riscontrano tutte quelle anomalie che invece contraddistinguono l’operazione dell’Istituto senese.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro