Caro Renzi, “chi si loda s’imbroda”. Che “operazione fantastica”

Caro Renzi, “chi si loda s’imbroda”. Che “operazione fantastica”

Il caro, vecchio, buon Emilio Fede avrebbe sentenziato: “Che figura di m…”. Noi invece, non volendo usare espressioni popolari piuttosto grossolane, rispolveriamo il vecchio proverbio della nonna che ci ricorda i rischi di esporci a brutte figure quando ci elogiamo.

Ma Renzi è fatto così, è più forte di lui, e forse c’è anche da capirlo. Subissato da brutte notizie e perennemente costretto ad affibbiare la patente di “gufi” a coloro che gliele ricordano, cerca di attribuirsi tutti i meriti non appena accade un fatto anche solo apparentemente positivo.

L’ultimo esempio, lo ricorderete senz’altro essendo accaduto soltanto pochi giorni fa, quando volle anticipare il Ministro del Lavoro annunciando trionfalmente che erano aumentate le assunzioni a tempo indeterminato.

Ma non avrete certamente dimenticato quando si presentò trionfante per avere risolto una spinosa vertenza che riguardava la storica azienda italiana di elettrodomestici, Indesit, che si trovava in difficoltà economiche. L’azienda fini all’americana Whirlpool che, secondo il nostro Presidente del Consiglio, non solo avrebbe salvaguardato tutti i posti di lavoro, ma anche fatto investimenti nel nostro Paese per oltre cinquecento milioni di euro.

Il bel faccione sorridente del Premier comparve su tutti i canali televisivi nazionali e Renzi si attribuì per intero i meriti del buon esito della trattativa, ma volle ancora di più, il giorno seguente, infatti, sul Corriere della Sera, comparve una lunghissima intervista a “Mister 80 euro” della quale riportiamo solo un passo.

Il giornalista chiede:

In Italia c’è stata polemica perché Indesit ha venduto a Whirlpool.

E Renzi risponde:

“La considero una operazione fantastica. Ho parlato personalmente io con gli americani a Palazzo Chigi. Perché non si attraggono gli investimenti e poi si grida “al lupo”, riscoprendo un’autarchica visione del mondo che pensavamo superata. Noi, se ci riusciamo, vogliamo portare aziende da tutto il mondo a Taranto, come a Termini Imerese, nel Sulcis, come nel Veneto. Il punto non è il passaporto, ma il piano industriale. Se hanno soldi e idee per creare posti di lavoro, gli imprenditori stranieri in Italia sono i benvenuti”.

Ebbene ora questa vicenda si sta rivelando un pericolosissimo “boomerang” per il nostro caro Premier, dopo che la Whirlpool ha annunciato 1.350 esuberi e la chiusura di almeno un paio di stabilimenti fra cui quello di Caserta nel quale lavoravano 800 persone.

Il termine “operazione fantastica”, ovviamente in maniera ironica, comincia a diffondersi sul web, e “mediaticamente” potrebbe essere devastante per affossare la credibilità di Renzi (non mettetevi a ridere, non voglio essere irrispettoso verso una carica politica così importante).

Immagino che i lavoratori che stanno rischiando il posto di lavoro faranno di tutto per difendere il loro salario e prevedo che vengano stampate una serie di magliette con la scritta:

“E’ questa l’operazione fantastica?”   

O qualcosa di simile.

Per questo Renzi deve ringraziare la prevista visita negli Stati Uniti che gli ha permesso di “scappare” ed evitare, per il momento, la figuraccia, ma la storia è solo ai suoi inizi.

Come andrà a finire?

Beh, personalmente prevedo questi sviluppi.

Dato che Renzi conosce bene i potenziali pesantissimi danni alla sua immagine derivanti da questa penosa vicenda, “l’operazione fantastica”, infatti, diventerebbe ben presto un tormentone popolare e verrebbe ricordato da tutti i suoi avversari politici ogniqualvolta egli cercasse di vantare successi personali, ritengo che il Presidente del Consiglio metterà in campo tutto quanto in suo possesso per depotenziare questa mina mediatica.

Morale?

A Whirlpool andranno una marea di soldi pubblici in cambio della ritrattazione dei paventati licenziamenti, e gli americani avranno così ottenuto proprio ciò che si sono prefissi con questo annuncio.

Ed ecco quindi che “Pinocchio” Renzi si è fatto nuovamente infinocchiare dal “Gatto e la Volpe”. Gli americani sono molto più furbi del burattino di Rignano.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro