Il Sig. Draghi, il Sig. Mercato e … la bomba a mano
Vi racconto una storia, guardate che non me la sono inventata, è una storia vera, ho usato solo delle metafore per rendere il racconto più fruibile a tutti i lettori, ma non ho inventato nulla.
La storia è ambientata nell’eurozona, ed ha due protagonisti: il Sig. Draghi ed il Sig. Mercato.
Allora, siamo nel maggio del 2011, la crisi morde ormai da tre anni, le Borse, però dal marzo del 2009 si stanno riprendendo, quando, improvvisamente, c’è una ricaduta.
La cosa più brutta delle influenze sono proprio le ricadute, e quella che stava passando non era una banale influenza ma una bruttissima broncopolmonite per cui la situazione tornava a farsi molto preoccupante, ma così come la malattia anche la ricaduta avrebbe avuto conseguenze diverse da Paese a Paese chi era più “gracilino”, naturalmente, avrebbe sofferto di più.
Ed è proprio per questo che sui nostri giornali comincia a comparire una parola della quale pochi conoscono il significato: “spread”, poi la si sente pronunciare anche alla televisione ed il termine, pian piano, diventa sempre più familiare.
Anche coloro che non ne hanno ben compreso il significato capiscono subito che bisognava avere un po’ paura dello “spread” e che era meglio non aumentasse, un po’ come l’inflazione ed il debito pubblico.
Ma lo spread, incessantemente, continuava ad aumentare, perché?
Perché era successa una cosa gravissima, la broncopolmonite aveva mietuto la prima vittima: la Grecia. Che era fallita. La notizia, però, si cercava di tenerla nascosta, anche se gli investitori che avevano titoli dello Stato greci se ne erano accorti … eccome se se ne erano accorti.
Il Sig. Mercato, magari non capisce tutto subito, ma pian piano arriva a comprendere quanto sta accadendo e comincia a chiedersi: ma la Grecia non usava anche lei l’euro come moneta nazionale? Certo!
Ed allora l’euro era una moneta che aveva fatto un default.
“No!” si affrettavano a dire il Sig. Draghi, che era il padrone dell’euro, “la moneta unica è solidissima!”
“Ma quale moneta unica?” ripeteva il Sig. Mercato, se la Grecia era fallita (cioè non aveva ripagato per intero alla scadenza una tranche del proprio debito pubblico) delle due l’una, o l’euro era fallito oppure non esisteva “l’euro” bensì “gli euro”, cioè l’euro tedesco, quello francese, quello spagnolo, quello italiano e così via, e l’euro greco era fallito.
E così lo spread saliva giorno dopo giorno, proprio perché il sig. Mercato continuava a rimurginare tra sé e sé: “se è fallito l’euro greco … chi sarà il prossimo?”
Ed il sig. Mercato cominciava a piazzare le sue scommesse. Fra i vari Stati l’Italia e la Spagna raccoglievano i favori del pronostico.
Eh certo, quando il Sig. Mercato si è reso conto che c’erano tanti euro ha cominciato a comportarsi di conseguenza e lo spread fra l’euro tedesco e quello italiano continuava a salire e saliva sempre di più arrivando a superare i 300 punti e poi i 400 punti.
Il Sig. Draghi continuava a dire: “No! Non esistono tanti euro ne esiste uno solo!” Ma il Sig. Mercato non gli credeva “se è fallito l’euro greco, è solo questione di tempo, ma falliranno anche l’euro italiano, quello spagnolo e così via”, continuava a ripetere.
Ed il Sig. Draghi era sempre più preoccupato, lui alzava la voce, ma il Sig. Mercato … nulla … non lo stava ad ascoltare … e allora il Sig. Draghi, normalmente sempre composto ed educato, cominciò ad urlare e strepitare … ma … nulla … il Sig. Mercato era sordo e gli rispondeva: “Non ti credo”.
Lo spread saliva e le Borse dei Paesi più deboli scendevano ed il Sig. Draghi era sull’orlo di una crisi di nervi, finché, quando lo spread superò i 500 punti … non ce la fece più.
Eravamo alla vigilia della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, giovedì 26 luglio 2012, Londra è il centro del mondo, si sta svolgendo il Global Investment Conference, il Sig. Mercato, per l’occasione veste l’abito più elegante, quando si presenta il Sig. Draghi che, invece, ha addirittura i capelli spettinati e sta sudando, ma soprattutto tiene le braccia dietro la schiena, cerca, per quanto possibile, di tenere la voce ferma e dice: “Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough”.
Sapete qual è la traduzione di questa frase?
“Nessun Stato che ha adottato l’euro fallirà, e se non mi credete sono pronto a scagliarvi in faccia la bomba a mano che tengo qua fra le dita”.
Il Sig. Mercato si zittì, poi cercò di sporgersi per vedere se davvero il Sig. Draghi nascondesse dietro la schiena una boma a mano, ma non si riusciva a scorgere nulla.
Era un bluff? Non era un bluff? Aveva davvero dietro la schiena la bomba a mano? Avrebbe mai avuto il coraggio di scagliarla?
Anche il Sig. Mercato, come il Sig. Draghi cominciò a sudare, i secondi sembravano un’eternità.
La mente del Sig. Mercato era sconvolta dal dubbio: “Se il Sig. Draghi sta bluffando, posso guadagnare tanti soldi, ma se non sta bluffando … sono morto”.
Ed allora, dopo ancora qualche secondo, le labbra del Sig. Mercato cominciarono ad allargarsi fino a diventare inequivocabilmente un sorriso, anche il Sig. Draghi sorrise, e l’aria fredda e gelida divenne una godibilissima brezza primaverile, la tensione era svanita per far posto ad un clima sereno, il Sig. Mercato ed il Sig. Draghi erano tornati ad essere amici.
La Borsa di Milano guadagnò quel giorno il 5,62%.
Rimane solo una cosa da stabilire, dite la verità, siete curiosi, ancora oggi, a quasi due anni di distanza, vorreste sapere se il Sig. Draghi dietro la schiena avesse avuto davvero una bomba a mano.
Beh, lo sapete tutti, che se non si mettono sul tavolo i soldi per “andare a vedere” non si potrà mai sapere che carte aveva in mano il vostro avversario.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro