Oro: la bomba che potrebbe sconvolgere il mondo
Non c’erano dubbi sull’esito del referendum svizzero, d’altronde quando oltre ad aver contro tutti i partiti (ma proprio tutti) si ha contro anche la Banca Centrale elvetica che da sola vale molto di più di tutti i partiti messi insieme, beh raggiungere il 23% di consensi può già essere ritenuto un successo.
Insomma quasi uno svizzero su quattro, fra quelli che hanno partecipato al referendum, era favorevole a far tornare a casa il proprio oro, che oggi si trova ancora (forse) nei forzieri statunitensi e britannici.
Innanzitutto occorre chiedersi perché erano tutti contro.
Sono cose che si sanno, ma non si dicono. Gli svizzeri non sono i soli che vogliono far tornare il proprio oro a casa, loro da tempo lo stanno facendo, ma con “gradualità” e con “riservatezza”, perché queste cose devono essere trattate senza aver puntato contro i riflettori dei media, potrebbero rovinare tutto.
L’argomento è davvero una bomba ad orologeria.
Era la fine del 2012, circa due anni fa, quando il potentissimo Governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, annunciò di aver intenzione di rimpatriare, entro la fine del 2019, l’oro tedesco detenuto all’estero, ed in particolare presso i forzieri della Fed.
Ricordiamo, per inciso, che le quotazioni del metallo giallo erano letteralmente esplose con lo scoppio della crisi subprime e dai circa 700 dollari per oncia del novembre 2008 le quotazioni dell’oro erano arrivate, alla fine dell’estate 2012, a sfiorare quasi i 2.000 dollari per oncia.
Ma ritorniamo alla Germania, perché non passa molto tempo dall’annuncio di Weidmann che arriva subito un colpo di scena, era la stessa Bundesbank ad annunciare che il “il piano di rimpatrio dell’oro non poteva essere portato a termine” per non meglio precisate “difficoltà di ordine logistico”. A Francoforte in un anno arrivarono la miseria di 5 tonnellate e poi più nulla.
Naturalmente le “voci” hanno cominciato a circolare, forse a Fort Knox le centinaia di tonnellate di oro della Germania … non c’erano più.
Nel frattempo il prezzo dell’oro ha cominciato a scendere, anzi, a precipitare, dagli oltre 1.700 dollari l’oncia del novembre 2012 si è passati a 1.200 in poco più di sei mesi …
… UN CALO DEL 30%!!! Davvero difficile da spiegare anche per gli economisti che trovano sempre, a posteriori, una giustificazione a tutto.
Ora anche l’Olanda, recentemente, ha chiesto agli Stati Uniti la riconsegna di un 20% del 51% delle proprie riserve conservate (?) negli Usa.
E non è finita perché Marine Le Pen ha già annunciato che se dovesse arrivare al Governo la prima cosa che farebbe è richiedere la restituzione di tutto l’oro francese depositato fuori dai confini.
L’unico a tacere, sull’argomento, è Renzi, e sì che l’Italia è la terza nazione al mondo per le riserve di oro, in Banca d’Italia, però, ce n’è solo una piccola parte, indovinate dov’è? (O dove dovrebbe essere).
Che ne dici Matteo? Non vale la pena fare un giretto Oltre Oceano per sincerarsi che ci sia ancora?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro