Renzi, quanto è credibile?
Mi piacerebbe che una società di rilevazioni statistiche facesse un’indagine per conoscere quale sia la percezione degli italiani sulla credibilità di Matteo Renzi, in altre parole quanto sia appropriato il soprannome che i suoi amici più cari avevano dato al nostro attuale Premier, ossia: il bomba.
Basterebbe rivolgere una semplice domanda agli italiani:
Secondo voi, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a volte, ha raccontato balle agli italiani?
Veramente sarei curioso di sapere con quale percentuale gli italiani risponderebbero sì a questa domanda, ossia quanti nostri connazionali lo ritengono un menzognero. O meglio, esprimendoci più volgarmente, quanti pensano sia un cagapalle, o un caciabal, come si direbbe a Napoli piuttosto che a Milano.
Avanzo un’ipotesi, sarebbero in molti a dire che Renzi, a volte, non l’ha “raccontata giusta” agli italiani, diciamo almeno tre su quattro se non addirittura quattro su cinque, ossia fra il 75 e l’80%, quindi anche una buona fetta di coloro che lo votano dovrebbero riconoscere che, oddio, un po’ ballista lo è! Però … però … i voti alle elezioni europee li ha presi e, magari un po’ di meno, ma ne prenderebbe molti anche se andassimo oggi a votare. Ed allora come spiegare questo fatto?
Naturalmente una parte delle persone direbbe che sì, ogni tanto Renzi racconta balle, ma quale politico non lo fa? Se un politico dicesse sempre la verità, forse non prenderebbe molti voti, insomma, politica e sincerità sono cose antitetiche, da che mondo è mondo.
E questo è vero.
Altri, tenderebbero in un certo modo ad “assolvere” Renzi, ritenendo quelle del Premier delle “bugie bianche”, ossia delle falsità dette a fin di bene, per incoraggiare gli italiani in un momento certamente difficile a causa della situazione economica che si è venuta a creare.
Ed anche queste “attenuanti” potrebbero avere un fondo di verità.
Non voglio passare per l’integerrimo, ma è possibile stabilire quale sia il limite che sarebbe bene non superare?
Ebbene sì, questo limite c’è, ed è ben delineabile, non si devono raccontare balle che possono anche solo prospetticamente provocare danni. Raccontare una frottola, o tener nascosta una amara verità che possa portare a future conseguenze spiacevoli per la popolazione, è un errore imperdonabile, un errore che un uomo politico non può commettere senza mettere a repentaglio la propria carriera. Potremmo dire che per un uomo politico la credibilità è tutto, perderla, anche per una sola volta, sarebbe deleterio.
Ed allora, tanto per essere chiari, andare a Bruxelles e dire una cosa e poi, tornando a Roma, sostenere l’esatto contrario, non porta da nessuna parte.
Come suol dirsi … è meglio essere feriti dalla verità che consolati da una menzogna.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro