Scandalo Austria: adesso le Banche cominciano a saltare?
Guardare al passato può sembrare monotono e tedioso, ma spesso, per non dire sempre, è l’unico modo per evitare degli errori. L’uomo, infatti, è portato a pensare che il momento che sta vivendo, il presente, sia unico e irripetibile, non è così.
Se avesse una buona memoria, oppure la curiosità di conoscere la storia, riuscirebbe senza dubbio a trovare nel passato sorprendenti analogie con i tempi che sta vivendo.
Non sarebbe quindi un esercizio inutile (anzi tutt’altro) quello di andarsi a leggere la breve storia della Banca Italiana di Sconto e riflettere sull’influenza che ebbe quel fallimento (1921) nell’ascesa al potere del fascismo.
E se andiamo a vedere i grandi sconvolgimenti politici che hanno caratterizzato l’intero pianeta scorgeremmo che alla base c’è sempre una grave crisi finanziaria che portava fallimenti all’interno del sistema bancario.
Quando è “saltata” Lehman Brothers da noi ci si è affrettati a dire che una cosa del genere in Italia non poteva accadere, gli italiani, ma gli europei in generale, potevano stare sicuri perché i loro risparmi erano protetti dallo “Stato”. Sotto questo punto di vista, occorre riconoscere, che mediaticamente ha funzionato bene la tanto decantata “garanzia” dello Stato sui depositi, ed anche sulle obbligazioni, fino a 100.000 euro.
Pochi però hanno riflettuto sul significato di quella garanzia, se uno Stato può emettere moneta potrebbe anche annunciare di garantire i depositi bancari “illimitatamente”, se dovesse intervenire, infatti, basterebbe stampare moneta fino all’occorrenza e quindi sarebbe in grado di coprire ogni “buco”.
Orbene, è chiaro che in questo modo il fallimento viene pagato dall’intera collettività, è evidente, ma questo è il meccanismo sul quale si fondano le assicurazioni, basta riflettere un attimo e pensare che i costi di un incidente automobilistico vengono pagati soprattutto da chi incidenti non ne ha fatti.
Ma eccoci arrivati al punto, se gli Stati perdono la sovranità monetaria come fanno a garantire i depositi bancari?
Questo forse non è un problema, ma IL PROBLEMA che si trovano ad affrontare gli Stati dell’eurozona nel momento in cui hanno deliberatamente scelto (in Italia senza una consultazione popolare) di rinunciare alla loro sovranità monetaria.
Ed ecco quindi che una cosa alla quale l’opinione pubblica ha dato poca rilevanza (e la politica ed i media si sono ben guardati dal pubblicizzare), è il cosiddetto bail-in.
Ebbene, vietiamo innanzitutto ai liguri di fare ironia sull’assonanza del termine, ma come vi ho detto più volte se si usa un termine anglosassone per indicare qualcosa non lo si fa mai per caso, bensì per nascondere la “fregatura” o comunque per non far capire ciò di cui si parla.
Il “bail-in” è in soldoni il contrario del “bail-out” e fin qui so che mi state dicendo “che banalità ci dici caro Marcotti”, ed allora traduco in italiano, il termine “bail” in inglese significa “garanzia” quindi “bail-in” significa che la garanzia va trovata “all’interno” mentre con il “bail-out” si trovava “all’esterno”.
Quindi, tornando alle nostre Banche, così come tutte le altre imprese private, esse non possono essere garantite dallo Stato (quindi dall’esterno), ma dovranno trovare esclusivamente fondi interni per evitare il fallimento. E questa è una vera bomba!
Perché vuol dire che quando una Banca entra in crisi a rimetterci non saranno solo gli azionisti che, come si diceva una volta, avevano immesso capitale di rischio, ma anche gli obbligazionisti, sotto qualsiasi forma, ed anche udite, udite … i correntisti!!!
Il bubbone scoppiato in Austria non è un bubbone è … un’atomica.
Il Governo austriaco in pratica sta dicendo che non ce la fa, o non vuole, o semplicemente NON PUO’ salvare Hypo Alpe Adria, ed allora a pagare dovranno essere oltre agli azionisti (che lo hanno già fatto), anche tutti gli altri creditori, compresi i correntisti!!!
A questo punto, tanto per non fare terrorismo, guardiamo in casa nostra, vi sentite sicuri a tenere i vostri soldi su di un conto corrente per esempio, faccio un nome a caso, in Banca Monte dei Paschi di Siena?
E se a qualche correntista, sapete i soliti fifoni ci sono sempre, venisse in mente di spostare i soldi dall’Istituto senese a qualche altra Banca (o magari tenerli sotto il materasso), cosa accadrebbe alla povera MPS.
E magari poi, non vogliamo essere catastrofisti, per carità, qualcuno cominciasse a chiedersi che sì, certo, Banca MPS è messa malissimo, ma quante altre Banche in Italia sono in quelle condizioni se non peggiori?
Insomma abbiamo riflettuto a sufficienza sulle conseguenze della perdita della sovranità nazionale e della possibilità di emettere moneta?
In conclusione, cari lettori, attenzione al “bail-in” assomiglia davvero tanto a ciò che in Liguria chiamano con un nome che suona molto simile!!!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro