Scandalo Austria, Carinzia, Hypo Alpe Adria. Peggio della Grecia?
Certo i numeri non sono paragonabili al disastro greco, ma per l’Europa il crac della Carinzia potrebbe far ancora più male di quello ellenico. Si parte da una Banca, va in default una Regione, o meglio un Land, e finisce nei guai un intero Stato.
Il fatto è che non è uno Stato qualsiasi, ma una “propaggine” della grande Germania, ebbene sì, la Banca è Hypo Alpe Adria, la Regione è la Carinzia e lo Stato è l’Austria.
Più o meno le cose vanno così. Una “gestione allegra” della Banca austriaca la fa andare praticamente al collasso, deve intervenire lo Stato che garantisce i debiti istituendo una Bad Bank alla quale viene dato il nome di Heta.
Il “buco” pare essere di 11 miliardi di euro, i creditori innumerevoli, e tra questi in particolare Banche tedesche, ovviamente Heta riceve soldi pubblici per sanare i suoi debiti. Ok la botta è forte, fino a questo punto, però, sembra sia stata messa una pezza, ma … ecco la novità.
Recentemente i revisori dei conti fanno bene “i conti” e “scoprono” (chissà dove erano nascosti) nuovi ammanchi, e non è cosa da poco, da calcoli non ancora ufficializzati sembra che ci siano altri 7,6 miliardi (miliardi non milioni, ho scritto correttamente) di euro da aggiungere al buco.
Al solito ci si chiede come sia stato possibile che una Banca, dopotutto di piccole dimensioni, abbia potuto fare disastri di queste proporzioni.
Ovviamente, dato che come tutti sappiamo “la Colpa è nata orfana” e, aggiungo io, “non si è mai fatto avanti nessuno per adottarla”, tutti danno la responsabilità del disastro al proprio predecessore, finché non si trova un defunto (in questo caso l’ex governatore della Carinzia, il celebre Haider morto in un incidente stradale nel 2008) il quale non può più scagionarsi.
Sarà stato Haider (ma ho i miei forti dubbi) a permettere alla Banca di concedere prestiti a fiumi in Croazia, Bosnia e negli altri Stati nati dalla disgregazione della Jugoslavia che non sono mai tornati indietro, e per coprire i buchi, poi, si sono fatte operazioni a rischio sempre crescente finché è saltato tutto, insomma un classico esempio di mala gestione.
Il bubbone quindi esplode, ma a questo punto non sono più 11, bensì sono diventati 18,6 (e non siamo neppure certi che si fermeranno lì) i miliardi di ammanco, ed il Governo austriaco dice basta, ok la garanzia dello Stato, ma adesso dovranno rimetterci dei soldi anche i creditori.
I creditori, naturalmente, in un caso simile aprirebbero contenziosi legali con la Carinzia che ha un bilancio di 2,2 miliardi di euro, e per il Land sarebbe il fallimento.
Per l’Austria è uno scandalo di proporzioni gigantesche, ma non lo sarebbe da meno per la Germania, la cugina o forse sarebbe meglio dire la sorellastra che, da buona maestrina, ha sempre in mano la bacchetta con la quale punisce gli scolari indisciplinati.
Solo che stavolta i monelli non solo i soliti straccioni, cioè Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, ma proprio “la cocca”, la figlia del dottore che a scuola andava sempre pulita e ben vestita.
Ovviamente adesso il Governo austriaco non può abbandonare di punto in bianco un suo Land che improvvisamente ha subito un taglio di quattro tacche da parte di Moody’s (da A2 a Baa3 ed outlook negativo), ma chiamerà attorno ad un tavolo i creditori cercando di “tirare” un po’ sul prezzo, nella speranza che non escano nel frattempo altre voragini.
Stiamo a vedere gli sviluppi, di certo per “i germanici” la figuraccia ormai è fatta, occorre adesso che non si inneschi un “effetto domino” che sarebbe davvero deleterio.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro