A proposito del jobs act
Ritengo doveroso, da parte mia, intervenire su un argomento, quello della riforma del mercato del lavoro, soprattutto per chiarire meglio la mia posizione, non vorrei passare, paradossalmente, per uno che vuol “conservare” le aberrazioni del nostro sistema economico, io sono per il cambiamento, ma quello vero, non quello ciarliero e gattopardesco.
Ed allora io sono per una vera riforma del mercato del lavoro in Italia, non capisco, però, perché la si debba chiamare “jobs act”, personalmente sono sempre sospettoso, anzi scettico, quando vedo l’uso, anzi l’abuso, degli inglesismi, temo sempre che vengano utilizzati per non far capire alle persone di cosa si stia discutendo.
E le mie perplessità trovano numerose conferme nei fatti.
Personalmente non sopporto chi cerca di prendere in giro il prossimo, ed allora se si propone una riforma che, si sostiene, “allarga le tutele” come si fa a sostenere che sia “a costo zero”?
Riflettete un secondo, allargare le tutele significa, in italiano, riconoscere a qualcuno dei “benefici”, che precedentemente non erano previsti. Può essere un’indennità, una garanzia o ciò che volete voi, ma tutte cose che hanno un costo che poi questo venga sostenuto dal datore di lavoro o alla collettività il discorso non cambia.
Ebbene ne consegue che “allargare le tutele” e fare ciò “a costo zero” sia assolutamente impossibile!!!
Se il jobs act è, come dice il Ministro del Lavoro, e come senza dubbio sarà, visto che soldi non ce ne sono, “a costo zero” vuol dire che se allarghiamo le tutele a qualcuno le compenseremo togliendone al altri!!!
La mia NON è un’opinione!!!
E’ un fatto!!!
Solo che non lo si vuol ammettere, ed allora si rientra nel caso che dicevo prima, e cioè che si prendono in giro gli italiani.
Ed avete capito che visceralmente è una cosa che NON SOPPORTO.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro