Alfano ha già capito cosa significa fare la fine di Fini
Il giorno dopo il voto sulla decadenza a Berlusconi, Alfano è già nella m… più totale.
Non ci voleva molto a capire che la sua scelta si sarebbe rivelata un vero e proprio suicidio politico (oltre che una sciagura per l’Italia intera).
Non sappiamo, al momento, se lo strappo con Berlusconi sia avvenuto per un “calcolo di convenienza personale” o per miopia (ma sarebbe più corretto dire cecità) politica.
Il fatto è che lui ora si trova in trappola perché dovrà avallare, e lo ha già fatto con la legge di stabilità, tutte le decisioni impopolari che prenderà il Governo e contemporaneamente non potrà mai farlo cadere (altrimenti che senso avrebbe avuto fare lo strappo con Berlusconi?).
Capendo che farà la fine del topo, esattamente come è successo a Fini, che ha formato un partitino che non si capiva da che parte stava, Alfano ha iniziato immediatamente a starnazzare.
Ma è proprio lo starnazzare dell’anatra zoppicante alla quale la volpe (il Pd) non darà via di scampo e se la papperà lasciando solo le ossa che ripuliranno gli spazzini (l’Udc).
Oggi infatti con la faccia angosciata (il povero Angelino è tornato a piangere), Alfano ha biascicato che i suoi voti sono essenziali per tenere in vita il Governo, cercando di rivendicare anche un suo pur minimo ruolo nelle scelte dell’esecutivo.
In cambio ha avuto un sorriso di scherno da parte di Epifani che scrollando il capo ha beffardamente pensato “Sì … faremo governare te … povero allocco”.
Al momento Alfano serve al Pd, e non solo per i voti, ma come alibi per tutto ciò che non saranno in grado di fare, e per questo ogni giorno lo vediamo sul Tg1 e si sprecheranno le interviste da prima pagina sul Corriere della Sera, ma tra un po’, quando non servirà più, ecco che verrà utilizzato il metodo Di Pietro (altro furbo), state sicuri che staranno già preparando una bella puntata di “Report”, e la terranno in caldo per tirarla fuori al momento giusto.
Ed a quel punto Alfano tornerà a piangere da Silvio Berlusconi per elemosinare ancora un posticino a Montecitorio, e sono sicuro che il Cavaliere lo riabbraccerà perché … un figlio lo si perdona sempre, anche quando sbaglia.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro