Bad Bank, ma è davvero utile?
“L’Ocse alza stime per l’Italia e auspica una Bad Bank” si leggono frasi di questo tenore sui media nostrani e da più parti si sente continuamente fare riferimenti alla creazione di una Bad Bank.
Anche il nostro Ministro dell’Economia ogni tanto butta lì l’argomento (“Valutiamo ipotesi bad bank”), ma l’accoglienza è un po’ fredda ed anche i grandi gruppi bancari, Intesa e Mediobanca in testa hanno già dato il loro parere negativo.
Ci si scontra anche con le norme Ue che, ovviamente, vietano aiuti pubblici “mascherati” anche se in questo modo qualche anno fa si è evitato il tracollo totale del sistema bancario spagnolo che era ad un passo dalla deflagrazione, e l’Ue non ha chiuso solo un occhio, ma si è letteralmente accecata.
Ovviamente caricare sulle casse pubbliche le sofferenze delle Banche private è una delle operazioni meno popolari che si possano pensare, già il sistema bancario gode di una pessima reputazione, se poi dovessero scaricare sulla collettività la propria immondizia, più che odioso si renderebbe insopportabile.
Naturalmente non è così, almeno in toto, alle Banche non verrebbe permesso di privatizzare gli utili e socializzare le perdite, anche se il settore è estremamente specifico e deve godere di una legislazione “particolare”.
Come sappiamo, infatti, i depositi degli italiani sono “garantiti” fino ad un ammontare di 100.000 euro ed una Banca “ufficialmente” non verrà mai fatta fallire.
Abbiamo sottolineato “ufficialmente” perché di fatto sono state evitati i fallimenti della stragrande maggioranza degli Istituti bancari (soprattutto nel Mezzogiorno) procedendo a fusioni ed incorporazioni all’interno del comparto.
Il problema “sofferenze”, però, rimane, stiamo infatti parlando di qualcosa come 300 miliardi di euro, praticamente un settimo del mastodontico debito pubblico italiano, ma la sola cosa che il nostro Governo possa fare, al momento, sia quella di agevolare le procedure di “smaltimento”.
Chiarisco subito che non è nelle mie intenzioni rendere più agevoli pignoramenti o pratiche simili, tutt’altro, ma le lungaggini giudiziarie sono un danno per l’intero Paese ed agevolano soltanto coloro che nelle varie controversie “hanno torto”.
E’ ovvio, infatti, che il vedersi riconosciuto un diritto con ritardi inammissibili per un Paese industrializzato è di per sé una vessazione, in altre parole una Giustizia che arriva tardi è essa stessa un’Ingiustizia.
Ma a mio avviso c’è un’ipocrisia di fondo quando si tratta il problema delle sofferenze bancarie e dell’eventuale istituzione di una Bad Bank nel ritenere che “fare pulizia” all’interno dei bilanci delle Banche permetterebbe a queste ultime di tornare a “fare credito” in modo corretto.
La verità è che alle Banche anche durante il periodo più drammatico della crisi finanziaria, la liquidità non è mai mancata, negli ultimi anni, poi, gli interventi di Draghi dagli acronimi un po’ strani, come LTRO e TLTRO sono andati assolutamente in questa direzione ed il risultato è sotto gli occhi di tutti (cioè nullo).
Ora vedremo cosa accade anche con il “bazooka” Quantitative easing, a mio parere non cambierà molto (per non dire che non cambierà nulla), è ovvio infatti che non sono i soldi a mancare … ma le condizioni per tornare a … fare credito!!!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro