Banche italiane: la situazione si fa molto seria!
Chiaramente il problema arriva da lontano e come tutti i mali che affliggono il nostro Paese deve essere ricondotto alla scellerata e nefanda adesione alla moneta unica.
C’era chi ci aveva messo in guardia, come noto la Sig.ra Margaret Thatcher era stata più che esplicita: “L’euro è un pericolo per la democrazia, sarà fatale per i Paesi poveri. Devasterà le loro economie”, ma il nostro Romano Prodi aveva ribattuto: “Con l’euro lavoreremo un giorno di meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”.
E’ chiaro che le devastazioni prodotte dall’introduzione dell’euro sono già sotto gli occhi di tutti, la Grecia è stata totalmente distrutta (a proposito è angosciante il silenzio calato sulla drammatica situazione del Paese ellenico), e noi ci stiamo incamminando sulla stessa strada.
E’ evidente che in un’economia disastrata le Banche affondano ed il bail-in sta dando loro la mazzata finale.
Personalmente non fui tenero con colui che può essere considerato “l’inventore del bail-in” e cioè il Presidente dell’Eurogruppo ed ex Ministro dell’economia olandese Jeroen Dijsselbloem. Eravamo nel 2013 ed era appena scoppiato il caso Cipro, l’euroburocrate aveva definito l’operazione di salvataggio delle Banche dell’isola, che prevedeva oltre all’azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni anche il prelievo forzoso del 20% sui conti correnti aventi un saldo superiore ai 100.000 euro un “modello da utilizzare per la risoluzione dei problemi del settore bancario nella zona euro”.
Dopo quella dichiarazione le Borse europee subirono un vero e proprio tracrollo, personalmente scrissi un articolo che titolai “Jeroen Dijsselbloem: un imbecille a capo dell’Eurogruppo”, poteva sembrare un giudizio forte, ma anche la Bce non fu tanto tenera (“ha sbagliato a dire quello che ha detto”), ma alla fine “vinse” lui, nel senso che quella forma di salvataggio, alla quale successivamente venne dato il nome di bail-in, è stata imposta in tutti i Paesi della zona euro.
E così oggi sotto attacco ci sono le Banche italiane, ma è chiaro che, come ho già avuto modo di dire, a cascate le Banche faranno crollare l’Italia e l’Italia farà crollare l’Europa.
Ma quindi dobbiamo giungere alla conclusione che siamo governati da perfetti imbecilli?
Non proprio, perché quella di Dijsselbloem, che ritenni immediatamente non si trattasse di una gaffe, al tempo la definii una scelleratezza, ossia una scelta assurda presa da un incompetente, che avrebbe avuto conseguenze nefaste per le economie del Vecchio Continente, ma …
Mi sbagliavo!
Mi sbagliavo perché inconsciamente, in quel modo, riconoscevo la “buona fede” di Dijsselbloem e della casta di euro burocrati che egli rappresenta, in pratica li ritenevo “imbecilli”, ma in buona fede.
Non è così!
Ora ne sono certo, e questa mia convinzione scaturisce dal fatto che oggi tutti possono vedere gli effetti devastanti del bail-in, anche la persona più imbecille, ne deriva quindi che tutto ciò non possa essere considerato un macroscopico errore, bensì altro non sia che una deliberata politica atta a far esplodere conflitti e tensioni in ambito europeo.
Ma come, mi direte, questo è un controsenso! Gli eurocrati sarebbero i più accaniti antieuropeisti?
Assolutamente no! Ma non c’è contraddizione in ciò che ho appena affermato!
Vedete, le disastrose conseguenze dell’introduzione dell’euro sono evidenti a tutti e la prova più eclatante di ciò è che se ancora oggi la maggioranza della popolazione dell’eurozona sarebbe contraria al ripristino delle monete nazionali, gli “euroscettici” si stanno moltiplicando a dismisura, ed andando avanti di questo passo …
Ma il problema non è neppure questo, perché l’euro, nella mente di chi lo ha congeniato, non è un fine, bensì un mezzo necessario per arrivare a completare il vero progetto da questi agognato: la creazione degli Stati Uniti d’Europa.
Ora però, gli eurocrati si stanno accorgendo che l’introduzione della moneta unica anziché “unire” sta “dividendo” ed il loro progetto, già di per sé estremamente ambizioso, sta rivelandosi una chimera, il problema, però, è che anziché desistere essi non solo perseverano, ma rilanciano nella maniera più abbietta.
E’ indubbio infatti che seppur oggi la popolazione europea, magari con una maggioranza risicata, potrebbe ancora essere favorevole all’euro, sarebbe per la quasi totalità contraria all’istituzione di un unico mega-Stato.
Ed allora come piegare la volontà popolare?
Con il metodo più vecchio del mondo: la paura!
Si sganciano delle “bombe sociali” (oops!), come il bail-in, appunto, che hanno lo scopo di intimorire la popolazione, si cerca così di trasmettere l’assunto che per non perdere i propri risparmi, il proprio futuro, in una parola le proprie certezze, sia necessario perseverare sulla strada intrapresa.
Un concetto riassunto nello slogan che ormai si sente ripetere in maniera ossessiva come un mantra:
“Ci vuole più Europa”.
Ed ecco così dimostrato che la mia NON è una contraddizione, e se ne volete una riprova basta vedere quel che è accaduto negli Stati Uniti allo scoppio della crisi del 2008.
Negli Usa tutto è nato dalla volontà di una concentrazione bancaria (e di conseguenza di potere) senza precedenti nella storia, ma non tutti, però, erano d’accordo. Per questo venne fatto fallire un colosso come Lehman Brothers.
Ed allora come venne risolto un problema come quello delle Banche che erano diventate “troppo grandi per fallire?” … facendo delle gigantesche fusioni!!!
Oggi negli Stati Uniti un numero ristrettissimo di Banche, non più di cinque o sei, detiene la quasi totalità del mercato finanziario più grande del mondo, non certo un passo verso una maggior democrazia.
Vogliamo fare la stessa fine?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro