Bobo Vieri e il promotore
Ancora uno sportivo ed ancora una vicenda che dimostra come il sistema capitalistico abbia al proprio interno degli anticorpi che gli permettono di ripristinare anomalie e distorsioni.
Andiamo con i fatti.
La stampa nazionale ci informa di una nuova causa giudiziaria (l’ennesima) che Christian Vieri (detto Bobo), ex calciatore di Juventus, Inter e bla, bla, bla ha intentato stavolta ai danni di un “promotore finanziario” reo, a suo dire, di non avergli restituito tre milioni di euro.
Sempre la solita “stampa nazionale”, che non sappiamo se disinforma per negligenza, per dolo o proprio per intrinseca incapacità manifesta, specifica che l’atto di citazione è stato presentato al Tribunale Civile di Milano, mentre la vicenda penale (c’è anche una denuncia per truffa) risulta trasmessa a Roma per competenza.
Viene specificato inoltre, sempre dalla “stampa nazionale” che Vieri aveva provato a ricomporre la vicenda davanti alla Camera di Conciliazione di Milano, ma né il promotore finanziario né Azimut consulenza per investimenti Sim si erano presentati.
Ohibò, mi sono detto, possibile che Azimut, società con la quale non ho mai personalmente operato, ma che gode fama di Istituto serio, possa aver fatto qualcosa di poco chiaro? Per questo mi sono informato.
Mi sono bastati dieci minuti ed una telefonata quindi per sapere come sono andate davvero le cose e non si capisce come mai questi famosi giornalisti della carta stampata non “sprechino” nemmeno dieci minuti del loro preziosissimo tempo per informarsi sui fatti, prima di scrivere certe cose.
Allora la vicenda risale a quasi dieci anni fa quando questo promotore finanziario, tra l’altro amico personale dell’ex calciatore, NON operava neppure per Azimut Sim.
Quindi, che c’entra Azimut?
Scrivere che Azimut non si è presentata all’udienza alla Camera di Conciliazione di Milano senza specificare che non aveva senso che si presentasse perché nulla ha a che vedere con la vicenda è perlomeno “fuorviante”.
E non solo, ma i soldi che Bobo Vieri, ed il fratello Massimiliano (i cromosomi sono quelli), per un totale di tre milioni di euro sono stati utilizzati per operazioni di carattere immobiliare nel Lazio, quindi nemmeno investimenti finanziari (come si adombra dagli articoli apparsi sui vari quotidiani).
Azimut consulenze Sim, specifica inoltre che, successivamente agli eventi contestati, i Sigg. Vieri sono stati anche loro clienti effettuando investimenti che in seguito vennero liquidati. Eh sì, il grande Bobo non si smentisce: gli investimenti che rendono devono essere liquidati mentre quelli che producono perdite, mantenuti!
Non si capisce quindi come l’Avv. Buongiorno (Danilo, non Lucia) che assiste l’ex calciatore, possa aver commesso una gaffe (professionale) di questo tipo, citando in giudizio una società che non ha nulla a che vedere con la vicenda.
Ora pare proprio che Azimut sim intenda agire (e farebbe benissimo!) a tutela della propria immagine e per Vieri si potrebbe prospettare una conclusione della vicenda a dir poco kafkiana: oltre a non rivedere più i suoi tre milioni di euro si troverà anche a dover pagare un congruo risarcimento per i danni all’immagine procurati ad Azimut!!!
Esilarante!!!
Un’ultima annotazione, il promotore finanziario che aveva proposto ai fratelli Vieri l’investimento, a sua volta risulta parte lesa di una truffa, proprio per quelle operazioni immobiliari, che ha coinvolto centinaia di persone.
Questi quindi i fatti, ma ora non possono mancare le mie annotazioni personali.
Se fossi un giudice e mi trovassi oggi, nel 2013, a dover dirimere una questione fra un investitore che cita a giudizio un promotore finanziario per averlo convinto ad investire in non meglio precisate operazioni che “rendono tantissimo”, e che per anni non si fosse preoccupato di non ricevere uno straccio di rendiconto per i suoi investimenti, agirei in questo modo.
Immediatamente prosciolto da ogni addebito il promotore finanziario e spese processuali a carico di colui che ha promosso la causa.
Motivazione della sentenza?
L’investitore è una persona troppo stupida, e non è proficuo, per l’economia e l’intera società nel suo complesso che egli abbia a disposizione ingenti somme di denaro, anche se guadagnate lecitamente. E’ quindi preferibile che questi soldi vengano nuovamente reimmessi nel ciclo economico, almeno in parte andranno verso persone che sapranno certamente farne un uso migliore, contribuendo a dare un maggior impulso all’economia.
A meno che???
A meno che non si possa configurare il gravissimo reato di circonvenzione di incapace, in quel caso trent’anni di galera per il promotore truffatore e affidamento ai servizi sociali per il truffato il cui patrimonio dovrà, da quel momento, essere gestito da un Amministratore di sostegno, figura già prevista, proprio in questi casi, dal nostro ordinamento giuridico.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro