Borse: il peggio è passato … o deve ancora arrivare?
L’attuale situazione delle Borse mondiali assomiglia stramaledettamente a quella riscontrata nello scorso mese di agosto, quando, improvvisamente in poche sedute sono crollate, ma poi, proprio quando sembrava che non si potesse arginare la valanga … ecco che prima hanno rimbalzato quindi si sono riprese.
Al momento, ci siamo fermati solo al rimbalzo, quindi occorre attendere conferme, ma la strada sembra proprio quella, ed allora ci si deve chiedere: cosa ha fermato la discesa e cosa può far risalire le Borse?
La risposta è scontata ed è sempre la stessa: l’intervento delle Banche Centrali.
Per anni i listini di tutto il mondo sono stati tenuti artificialmente alti per la straordinaria (a mio modo di vedere … spropositata) immissione di liquidità nel sistema, il problema, adesso, è che di questa “droga” i mercati non possono più farne a meno.
Visto che la Fed da tempo non ha più cartucce, ed Obama lo aveva annunciato pubblicamente tempo fa, ora han dovuto pensarci Draghi e Kuroda ai quali, sembrerebbe, si sia associato anche Zhou Xiaochuan il Governatore della PBoC, la Banca Centrale cinese.
Lasciando un attimo da parte la Cina che al momento ha gravi problemi di ristrutturazione del proprio sistema economico, e dato che il Giappone ormai conta poco, se ne deve dedurre che siano state le parole di Draghi, al momento, a tranquillizzare i mercati. Ed è curioso notare come giovedì, quando Draghi ha parlato per la prima volta durante la conferenza stampa susseguente alla decisione sui tassi, il mercato abbia risposto positivamente, ma con prudenza.
Mentre si può parlare di euforia il giorno successivo quando il Presidente della Bce ha ripetuto le stesse cose al World Economic Forum di Davos. Perché? Alcuni dicono che a Davos è stato determinante anche l’intervento del vice Premier cinese che ha parlato di una fase di trasformazione per l’economia del gigante asiatico, e non di crisi.
Personalmente invece ritengo però che sia stato principalmente Draghi a far tornare il sereno sui mercati, il suo primo intervento era stato forse ritenuto “di prammatica”, mentre la conferma, il giorno dopo, ha avuto un’altra valenza, la “repetita” faceva intendere chiaramente che era arrivato davvero l’ok anche dalla Germania.
Ed allora all’inizio di marzo avremo certamente (qualora non accadesse si salvi chi può!) un allargamento del Quantitative easing europeo. Di quanto? In questo momento non possiamo ancora dirlo con esattezza, nei prossimi giorni il mercato “scommetterà” su una cifra che poi fungerà da spartiacque rispetto alla decisione della Bce.
Quindi il sistema finanziario globale non riesce ad uscire dal vortice nel quale è finito, l’intervento delle Banche Centrali da necessità temporanea si è tramutato in dipendenza perenne ed ogni tentativo di sgonfiare il palloncino facendo uscire l’aria poco alla volta si dimostra vano.
Occorre ora capire quando il mercato si arrenderà e capirà che non si può continuare in questo modo all’infinito, i bilanci delle Banche Centrali dovranno prima o poi ridursi, ed allora la domanda più corretta da porsi è: “il peggio è passato … o deve ancora arrivare?”.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro