Borse: le domande da porsi, anche se spaventano
Usa: Pil che sale a livelli stratosferici, con tassi di crescita da “Paese emergente”, disoccupazione a livelli bassissimi, utili aziendali che continuano a crescere, ma che si vuole più dalla vita?
Eppure il Presidente capace di fare questo “miracolo” in un pianeta nel quale, in alcune aree (Asia) stanno calando, alcuni dicono precipitando, i tassi di crescita, ed in altre ci si trova a fare i conti con recessione e deflazione (Europa). Ebbene questo Presidente subisce la più netta e cocente sconfitta elettorale mai registrata negli Stati Uniti alle elezioni di medio termine, ritrovandosi, per gli ultimi due anni di mandato, la maggioranza di entrambe le Camere in mano all’opposizione.
Ma come è possibile? E come è possibile che nessuno faccia notare una anomalia così evidente?
Dove è finita “It’s the economy, stupid!”? Non ha più valore?
Cosa avrebbe dovuto fare Obama per non subire un’umiliante sconfitta elettorale più di far salire il Pil di oltre 4 punti percentuali, far scendere il tasso di disoccupazione sotto il 6% e polverizzare ogni precedente massimo storico per le Borse Usa?
Ascoltatemi bene!
Personalmente sono rimasto di sasso sentendo diversi gestori di fondi (quindi persone che maneggiano parecchie centinaia di milioni di euro) dire “Ad ottobre abbiamo preso un bello spavento, poi … le cose si sono rimesse a posto”.
Probabilmente senza chiedersi il perché! Cioè perché “le cose si sono rimesse a posto”.
O, più probabilmente, trovando una spiegazione, ex post, infatti, come tutti sanno, il detto “violenta i dati finché non li costringi ad confermare ciò che vuoi sentirti dire” rimane una verità assoluta.
Ed ancora chiediamoci perché con tutti questi successi in ambito economico e finanziario non si riesce ancora ad alzare i tassi Usa, nemmeno ad un misero 0,25% per il timore che il mercato azionario subisca un crollo?
Tutte queste domande vi spaventano?
Ponetevi sempre le domande che vi atterriscono, dando le risposte corrette potrete guadagnare un sacco di soldi.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro