Brava Ministra Kyenge: nera, non di colore!
Finalmente! Quando pensavo, dopo tanto tempo, di rimanere l’unico a sostenere una tesi che a me sembrava evidente, ma per la quale non riuscivo a fare proseliti, ecco che ho avuto conforto proprio dal nuovo Ministro (o Ministra se preferite) dell’Integrazione, Cecile Kyenge.
Qual è questa mia tesi?
Semplice: che il termine “di colore” sia l’espressione più razzista che si possa usare, e coloro che la utilizzano con l’intento di risultare “politicamente corretti” finiscono per cadere in una grande contraddizione.
Facciamo un po’ di storia, l’espressione “di colore” viene importato dagli Stati Uniti, Paese multietnico per eccellenza, nel quale si adotta il termine “coloured” per identificare una persona che non sia di razza bianca.
Noi abbiamo tradotto con “di colore” ed utilizzato l’espressione solo nel confronti dei cittadini neri, infatti non la useremmo mai, ad esempio, per un cittadino filippino.
Ed ora la mia tesi è quindi banalissima: se il termine “bianco” si usa normalmente e non viene considerato assolutamente razzista, perché dovrebbe esserlo “nero”?
Se reputiamo perlomeno sconveniente il termine “nero” al punto di sostituirlo con l’espressione “di colore” significa che implicitamente attribuiamo alla parola “nero” una connotazione negativa, ne deriva quindi che tale comportamento è tipicamente razzista.
La Ministra dell’Integrazione, quindi, bene ha fatto a rimarcare la cosa ed invitare i giornalisti ad evitare l’espressione “di colore”, sottolineando poi, ma questo può essere considerato scontato, di andar fiera delle sue origini.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro