Cameron, come vincere le elezioni con la … strategia
Occorre tornare sulle elezioni in Gran Bretagna per capire cosa è accaduto, perché e cosa possiamo attenderci nei prossimi anni. Ed allora partiamo dall’analisi del voto.
Ho già sottolineato nel mio precedente articolo dal titolo “Elezioni Gran Bretagna: quello che i giornali (ed i telegiornali) non dicono” che la tanto sbandierata affermazione dei Conservatori nella realtà non è avvenuta per un maggior consenso elettorale della popolazione, ma per una serie di eventi dovuti alla particolare legge elettorale assolutamente maggioritaria.
Ho ascoltato, nei vari programmi televisivi, politici italiani appartenenti a diversi schieramenti motivare, nella maniera più stravagante, l’affermazione dei Conservatori, tutti avanzavano sofisticatissime analisi storico/filosofiche per commentare l’esito del voto, la realtà, però, è molto più semplice e soprattutto la politica (destra, sinistra e baggianate simili) non c’entra nulla, a contare è stata solo la “strategia”.
Cameron ha vinto … facendo perdere gli altri.
Mi spiego. In Gran Bretagna ci sono cinque partiti: i Conservatori, che potremmo identificare con la destra, i Laburisti, cioè la sinistra, i Liberali diciamo un partito di centro destra, l’Ukip (United Kingdom Indipendent Party) la grande novità degli ultimi anni, una formazione politica fortemente critica verso l’Europa ed osteggiata da tutti gli altri ed il Partito Nazionale Scozzese che, evidentemente, raccoglie consensi solo al di là del Vallo di Adriano.
Cameron, e quindi il partito Conservatore, ha governato negli ultimi cinque anni con l’appoggio dei Liberali, e naturalmente puntava a riconfermare questa alleanza, ma l’incarico di formare un nuovo governo va attribuito in primis a chi vince le elezioni, ossia a chi conquista il maggior numero di parlamentari, quindi era necessario comunque battere i Laburisti.
Questo fatto dava un grosso vantaggio ai Conservatori, e Cameron, ovviamente, ne ha approfittato per “rubare” voti Liberali puntando molto, nella campagna elettorale, sul “voto utile”, chiedendo quindi all’elettorato di centrodestra di non disperdere i voti per non avvantaggiare la sinistra.
Prima strategia: rubare voti ai Liberali. Fatto!
Cameron, inoltre, sapeva di perdere un certo numero di elettori, soprattutto i più euroscettici, che avrebbero indirizzato il loro voto verso l’Ukip quindi doveva limitare al massimo questa emorragia, come fare? Semplice! Cercando di depotenziare l’avversario. Sapeva che avrebbe perso i voti degli euroscettici? Ed allora ha giurato e spergiurato che se avesse vinto le elezioni avrebbe indetto un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea. In pratica anziché giocare in difesa contro l’Ukip lo ha attaccato proprio sul suo campo, dicendo agli elettori: “E’ inutile che votate l’Ukip, anch’io vi darò la possibilità di esprimere la vostra volontà tramite lo strumento democratico per eccellenza: il referendum”. Ed è andata proprio così, l’Ukip ha guadagnato molti voti, ma è rimasto sotto le attese ed a un livello nettamente inferiore rispetto alle scorse elezioni europee.
Seconda strategia: depotenziare l’Ukip. Fatto!
Ma è stata la terza strategia il vero colpo di teatro che, di fatto, ha scombussolato tutti i sondaggi pre elettorali che indicavano un testa a testa fra Conservatori e Laburisti. Ebbene sappiamo tutti che in Scozia ci sono forti spinte secessioniste non sopite dopo il recente referendum, ma la Scozia è anche sempre stata un feudo Laburista, ed allora cosa ha fatto Cameron? Dato che sapeva a priori che dei 59 seggi che vengono riservati agli scozzesi nel Parlamento britannico probabilmente non se ne sarebbe aggiudicato nemmeno uno, e che la maggior parte di essi sarebbe andato ai Laburisti, ha fatto convogliare i suoi voti verso il Partito Nazionale Scozzese che così ha avuto un risultato “straordinario” aggiudicandosi 56 dei 59 seggi. Risultato? Una batosta per i Laburisti.
Terza strategia: far perdere i Laburisti in Scozia. Fatto!
Risultato delle tre strategie? Un trionfo! Maggioranza assoluta per i Conservatori.
Analizzato cosa è accaduto ed il perché, non ci resta che ipotizzare quali saranno gli sviluppi dopo queste elezioni.
L’affermazione degli indipendentisti scozzesi non darà alcuna preoccupazione a Cameron, anche se qualcuno timidamente avanza l’ipotesi di un nuovo referendum riteniamo che questa sia una eventualità remota, troppo recente quello che si è tenuto lo scorso anno, sarà facile per il Premier sostenere che non si possono fare annualmente consultazioni referendarie per lo stesso motivo, darà, come promesso, degli aiuti economici alla Scozia, ma tutto si fermerà lì.
E per il referendum sulla permanenza all’interno dell’Unione europea? Cameron avrà il tempo per “contrattare” con l’Ue alcune concessioni, ovviamente le otterrà e quindi indirà il referendum ma invitando i suoi elettori, viste le aperture avute, a votare per rimanere in Europa. A quel punto i Laburisti ed i Liberali si schiereranno a favore della permanenza all’interno dell’Ue e sarà sufficiente che anche una parte dei Conservatori votino nello stesso modo affinché anche in tal senso nulla cambi.
In definitiva, per Cameron non solo una vittoria elettorale, ma anche politica, insomma un trionfo su tutti i fronti, merito della … strategia.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro