Clamoroso, il finanziere “amico” di Renzi scommette sul crollo di Banca Monte dei Paschi di Siena
Come noto le “scommesse” al ribasso sui titoli del comparto bancario non sono più vietate, anche se l’autorità di controllo della Borsa, la Consob, volendo monitorare con attenzione il fenomeno, obbliga gli investitori istituzionali a render noto le operazioni in essere quando superano lo 0,5% del capitale.
Ovviamente abbiamo utilizzato in maniera spiritosa e popolare il termine “scommesse”, nella realtà si tratta di operazioni con strumenti derivati che apportano un guadagno qualora scendano le quotazioni del titolo (nel contempo, ovviamente, producono delle perdite se la quotazione del titolo dovesse salire).
Ebbene mentre in Borsa l’azione Banca MPS continua a salire in maniera vorticosa, contemporaneamente aumentano, altrettanto vorticosamente, le “scommesse al ribasso” che, dai dati comunicati da Consob nella giornata di ieri, hanno già superato il 6,7% del capitale della Banca con un trend che non sembra arrestarsi.
Orbene chi sono questi “menagramo” chi sono queste “sanguisughe” che si arricchiranno qualora gli azionisti e tutti i risparmiatori italiani che partecipano all’operazione di aumento di capitale dovessero malauguratamente vedersi deprezzare il loro investimento?
All’investitore medio italiano questi nomi generalmente non dicono nulla, a piazzare la “scommessa” più pesante il fondo Susquehanna, un fondo americano (con sede a Filadelfia) specializzato nel quantitative trading, che da solo ha una posizione ribassista pari al 2,41% del capitale di Banca MPS.
Ma questi qua ce l’hanno con l’Italia? Si direbbe di no, visto che il fondo americano ha solo questa posizione ribassista sul mercato italiano, per il resto va a cercare “spazzatura” da altre parti.
A seguire abbiamo ancora nomi sconosciuti al grande pubblico (ma non dimenticate che sono comunque società con disponibilità colossali), come ad esempio Marshall Wace che ha piazzato una scommessa ribassista sull’1,32% del capitale, oppure Polygon (0,83%).
Ma ecco che, in mezzo a questi nomi, che, come abbiamo detto, ci sono semisconosciuti, ne spunta uno che invece conosciamo benissimo, è il fondo Algebris di Davide Serra che ha piazzato sulla Banca senese una “scommessa” ribassista per lo 0,94% del capitale!!!
Davide Serra ed il suo Algebris erano già noti per avere innescato una forte polemica, anni fa, con i vertici di Assicurazioni Generali, della quale detenevano una quota di minoranza, ma è diventato noto al grande pubblico uscendo alla scoperto durante le primarie del Centrosinistra come consulente finanziario (e finanziatore?) di Matteo Renzi.
L’allora avversario di Renzi, Pierluigi Bersani, non si fece sfuggire l’occasione di punzecchiare l’attuale Premier per le sue amicizie con un “finanziere” che aveva scelto come sede della propria società le Isole Cayman, noto paradiso fiscale. Nella realtà, però, Algebris ha sede nel Regno Unito e solo una società controllata (la Algebris Investments Cayman Ltd) ha sede nelle Isole Cayman.
Detto questo, però, Davide Serra negli ultimi tempi si è visto sempre meno al fianco di Matteo Renzi, in particolare dopo che quest’ultimo è diventato Presidente del Consiglio. Ovviamente è per motivi di opportunità, sarebbe stato imbarazzante, infatti, per chi vuole ergersi a paladino della legalità e della lotta all’evasione fiscale avere al proprio fianco un finanziere che comunque ha preferito stabilire la sede della propria attività, anche e soprattutto per motivi fiscali, nel Regno Unito.
Detto questo, Davide Serra è una persona che gestisce miliardi di dollari, e, secondo molti, l’ascesa di Renzi, inizialmente verso i vertici del partito, e successivamente verso la più importante carica dello Stato, non sarebbe potuta avvenire senza l’appoggio fondamentale del giovane finanziere genovese.
Se quindi dietro a Matteo Renzi c’è Davide Serra c’è chi si chiede chi ci sia dietro a Davide Serra, ed ovviamente, se c’è qualcuno, va cercato nella City di Londra (alcuni azzardano persino di rivolgere l’attenzione verso Buckingham Palace).
Ma torniamo alla nostra Banca MPS, perché dopo quanto detto, ci si dovrebbe chiedere se la Consob non farebbe bene ad accendere un cosiddetto “focus” su quella “scommessa” al ribasso del fondo Algebris visto che, insomma, la Banca senese, diciamo che … non è estranea al Partito Democratico.
E’ tutto legale, tutto in ordine, tutto a posto? Sarei il primo ad esserne felice, poi come si dice … a pensar male si fa peccato … ma … molte volte … ci si azzecca.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro