Cosa sta accadendo sui mercati finanziari
Ieri, a Wall Street, abbiamo assistito ad una seduta decisamente contrastata per i principali indici di Borsa statunitensi. Il Dow Jones ha ritoccato per l’ennesima volta il proprio record storico guadagnando oltre 100 punti ed arrivando ad un soffio da quota 24.000 punti, mentre il Nasdaq ha lasciato sul terreno ben oltre il punto percentuale.
Nonostante da anni ormai i record storici, per la Borsa americana, siano puntualmente superati giorno dopo giorno, devo riconoscere che non mi sono ancora abituato a certi “numeri”. Mi succede sempre, quindi, scrivendo il valore degli indici a Wall Street, di controllarli più volte prima di inviare gli articoli alla pubblicazione, il dubbio di aver sbagliato permane.
Ebbene sì, faccio fatica a pensare, ad esempio, che il Dow Jones valga più del nostro Ftse Mib.
Nel 2007, quindi soltanto dieci anni fa, il Dow Jones viaggiava sotto i 14.000 punti mentre il Ftse Mib superava i 41.000 punti, osservare che l’indice americano oggi supera il nostro, e non di poco, mi pare finanche impossibile.
Eppure … è così!
Un anno fa, Trump era stato eletto soltanto da un paio di settimane, pubblicavo questo articolo “Wall Street: il Dow Jones oltre quota 19.000 punti, nuovo record storico”, nel quale mi stupivo di come il Dow Jones avesse potuto guadagnare 1.000 punti … in soli due anni!!!
Ebbene il Dow Jones, ora, a distanza di un solo anno, non ha guadagnato 1.000 punti …
… ne ha guadagnati 5.000!!!
Io ritengo che dobbiamo assolutamente porci delle domande del tipo: tutto ciò è normale? Ed ancora: cosa potrà accadere in futuro?
E se vogliamo essere onesti alla prima domanda dobbiamo rispondere con un secco: NO!
Tutto ciò non è affatto normale. Ovviamente ciò non significa che alla base dell’attuale situazione non esistano motivazioni che siano anche formalmente corrette. Affermare che una cosa “non è normale” non equivale tout court a dire che essa sia sbagliata, semplicemente è “anomala”.
Possiamo infatti dire, ad esempio, che ci stiamo riferendo ad un settore, quello finanziario, che in alcuni particolari periodi può anche essere scollegato dalla realtà, o meglio, dalla logica. Detto ciò, tuttavia, non si può non rilevare che un tale boom borsistico non si può giustificare con una situazione macroeconomica a livello planetario come quella che stiamo vivendo.
Ed allora per cercare di dare una risposta alla seconda domanda, premettendo naturalmente che il futuro non lo può conoscere nessuno, non posso che riferirmi ad una teoria ben nota agli statistici come quella della regressione.
Non è questione di ottimismo o pessimismo, ma di logica.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro