Diminuisce la pressione fiscale? Una disinformazione scandalosa!
Qualcuno potrà dirmi “Perché dott. Marcotti? Perché si stupisce ancora? Perché riesce ancora ad indignarsi?”. Ed in effetti sarebbero domande non solo lecite, ma logiche e razionali.
Ebbene una risposta certa non ce l’ho, forse amo troppo il mio Paese, sono troppo orgoglioso di essere italiano, non so, di certo c’è che non riesco a rassegnarmi, non posso accettare che l’Italia venga ridotta ad un pattume ed i suoi cittadini abbindolati da una casta di ipocriti (nella migliore delle ipotesi … ignoranti) che manipola l’informazione.
In questi giorni i telegiornali, la stampa scritta nazionale ed anche la quasi totalità di quella online, citando un rapporto dell’Istat, ha riportato la notizia di una diminuzione della pressione fiscale che sarebbe avvenuta nei primi tre mesi dell’anno in corso.
Questa una carrellata dei titoli di “importanti” giornali o agenzie di stampa sull’argomento:
“Italia migliorano la pressione fiscale e il rapporto deficit/pil” (Milano Finanza)
“Fisco: pressione primi 3 mesi cala 38,5%” (Ansa)
“Dopo due anni risale la spesa delle famiglie, giù la pressione fiscale” (Corriere della Sera)
“Istat: pressione fiscale cala al 38,5% nel primo trimestre” (TMNews)
“Cala la pressione fiscale: è al 38,5%. Deficit-Pil al 6,6%” (Sky.it)
Ebbene da questi titoli l’italiano medio che giudizio ne trae? Dice: “Bene, il Governo Renzi ha abbassato un po’ le tasse, è una buona notizia”!
E invece no!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non è così!!!!!!!!!!!!!!!
E questa è una pessima notizia!!!!!!!!!!!!!
E chi ha fatto questi titoli e scritto questi articoli, lo sa bene (altrimenti, ribadisco, è un ignorante), solo che non ve lo dice, perché questa informazione (dis) è fatta da ipocriti, falsi e menzogneri.
Smascherarli? E’ la cosa più semplice del mondo! Basterebbe chieder loro “Cari signori dell’informazione, se la pressione fiscale è diminuita, mi dite quali tasse sono state ridotte o addirittura abolite?”
Ovviamente saranno costretti a dirvi “nessuna”, anzi, semmai sono aumentate o ne sono state introdotte di nuove.
E allora?
E allora, i signori dell’informazione vi diranno “Ma noi abbiamo solo riportato un dato comunicato dall’Istat, se non è vero prendetevela con l’Istituto di Statistica, noi giornalisti cosa c’entriamo?”
Eh no! C’entrate eccome!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Perché che informazione è se non informa?
Come possiamo continuare a chiamare organi di informazione chi cerca di disinformare se non proprio inventandosi una notizia, comunicandola in maniera tale che venga male interpretata?
Perché questa, cari lettori, non solo non è una buona notizia, ma è una pessima notizia!!!!!!
Ha sbagliato l’Istat?
Assolutamente NO!
Ma occorre spiegare ai lettori come l’Istat calcola la pressione fiscale, così gli si dà gli strumenti per capire come deve essere interpretato il dato.
Allora, per l’Istat la pressione fiscale è il risultato del rapporto fra la somma di imposte dirette, indirette, in conto capitale, contributi sociali e il Pil (tra l’altro per questo motivo nel primo trimestre la pressione fiscale risulta inferiore al 40%, perché la maggior parte delle imposte viene pagata nella seconda parte dell’anno).
Ne consegue che la pressione fiscale cresce, a parità di Pil, se crescono le entrate fiscali, oppure diminuisce, sempre a parità di Pil se diminuiscono le entrate fiscali.
Oppure, mutate mutandis, cresce, a parità di entrate fiscali se cala il Pil e decresce, sempre a parità di entrate fiscali, se cresce il Pil.
Ed allora tutti sappiamo che nel primo trimestre dell’anno il Pil è diminuito dello 0,1%, di conseguenza devono necessariamente essere diminuite di una percentuale ancor maggiore le entrate fiscali, e ciò può essere accaduto per due motivi: o alcune scadenze sono state posticipate, quindi ci sarà un maggior carico nei prossimi mesi, oppure gli italiani hanno versato meno imposte.
Ed in questo secondo caso visto che le imposte indirette non sono diminuite, anzi sono aumentate (l’Iva è stata ritoccata all’insù rispetto allo scorso anno), è certo che sono diminuiti gli introiti dalle imposte dirette (cioè gli italiani nel complesso hanno guadagnato meno dello scorso anno) ed i contributi sociali (visto che la disoccupazione aumenta ed il numero di occupati diminuisce).
Cosa c’è quindi da festeggiare? Proprio nulla! Anzi!
Ed allora quei titoli che ho citato, a mo’ di esempio, all’inizio, non vi sembrano “disonesti”? Non vi sentite presi ancor più per i fondelli?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro