Draghi: “Una futura bolla? Io vi avevo avvisato!”
Se stiamo a sentire i media nazionali, il Quantitative easing non avrebbe controindicazioni, non crea inflazione, abbassa il costo del debito per gli Stati nazionali, ma a cascata anche quello delle aziende private, sgrava di un fardello divenuto pesante le Banche commerciali le quali quindi saranno in grado di supportare maggiormente l’economia reale incentivando così lo sviluppo e ultimo, ma non meno importante, argina la pericolosa deflazione.
Come ho più volte ribadito, se fosse davvero così, ossia se ci fossero solo aspetti positivi e nessuna controindicazione verrebbe da chiedersi: perché non è stato fatto prima?
Ed ancora: perché la Germania era fortemente contraria ed ha “accettato” il programma di Quantitative easing proposto da Draghi solo quando in gioco c’era addirittura la stessa sopravvivenza della moneta unica e comunque pretendendo che l’80% dei rischi rimanesse in capo alle Banche Centrali Nazionali?
Insomma sembra proprio curioso notare come una operazione di carattere eminentemente finanziario con così tanti pregi e nessun difetto abbia avuto una genesi tanto tormentata e continui ad avere, fra i propri detrattori, eminenti economisti.
Forse perché i media nazionali nel presentare i vantaggi, e celare i pericoli, del Quantitative easing avevano “un tantino esagerato”, e quindi ritenendo necessario un maggior equilibrio ed una più corretta comunicazione, lo stesso Draghi ha deciso di intervenire nel dibattito in corso.
Draghi, in sintesi, non ha voluto nascondere i rischi insiti nell’operazione lanciata lo scorso 9 marzo, ma contemporaneamente ha tranquillizzato tutti dicendo conoscerli bene e proprio per questo di essere in grado di gestire eventuali “effetti collaterali indesiderati”.
Draghi perciò ha voluto minimizzare un problema che a mio avviso non va assolutamente sottovalutato, ossia l’eccessivo “peso” dell’operazione messa in atto dalla Bce, il rischio che con acquisti così massicci si renda il mercato eccessivamente illiquido c’è ed è reale.
In pratica, ricorrendo ad una metafora, a mio avviso si sta usando un farmaco (che come tutti i farmaci non è esente da controindicazioni) in dosi eccessive, ed il giustificare queste “dosi da cavallo” col fatto che occorre recuperare il tempo perso, ossia il ritardo col quale è stata messa in opera questa operazione (che naturalmente Draghi addebita alle titubanze della Germania), a mio avviso non è una motivazione razionale.
Se nell’assumere un farmaco si eccede dalla posologia consigliata si fa un errore, punto! E giustificare questo col fatto che la terapia è stata adottata con ritardo non ha senso.
Ma al di là di questo, l’aspetto decisamente più interessante nelle considerazioni di Draghi riguarda un passaggio che preferisco riportare fedelmente poiché a mio avviso è davvero cruciale:
“Siamo in ogni caso consapevoli del fatto che ci possono essere effetti collaterali non previsti sul sistema finanziario. Per esempio, le quotazioni possono salire a prezzi che non sono giustificati dai fondamentali , mentre periodi di bassi rendimenti e bassa volatilità possono invitare ad eccessive assunzioni di rischi da parte degli investitori finanziari. A loro volta, questi sviluppi possono agire come un meccanismo amplificatore per ogni eventuale instabilità finanziaria”.
Più chiaro di così non poteva essere, per cui se in un prossimo futuro dovesse scoppiare una bolla finanziaria … beh! Non potete dire che Draghi non vi aveva avvisato!!!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro