Ecco la ripresa! 40 fallimenti al giorno (+22% rispetto al 2013)
Io penso che gli italiani si siano stufati di sentire frasi del tipo: “si vede la luce in fondo al tunnel” oppure “il peggio è alle spalle” e via di questo passo, ma non vogliono ancora abbandonarsi all’idea che proseguendo su questo binario non si possa altro che finire nel baratro.
Ai telegiornali non sentiamo altro che la mistificazione della realtà, d’accordo che se spiattellassero in faccia alla popolazione la reale situazione probabilmente finiremmo in una depressione collettiva, ma al nostro Paese serve assolutamente uno choc per evitare l’eutanasia.
Ovviamente non so come venga praticata l’eutanasia, ma ritengo che prima vengano impiegati dei tranquillanti, poi si proceda con una sedazione, ed infine, quando non c’è più coscienza, si arrivi a somministrare il farmaco letale.
Ecco, secondo voi, cari lettori, noi a che punto siamo?
Ci hanno dato solo dei tranquillanti o hanno già proceduto con la sedazione?
Perché ci deve essere qualcuno che mi spieghi come oggettivamente si possa parlare di ripresa nel nostro Paese quando i fallimenti, nei primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati del 22% rispetto all’anno precedente (che era già stato un anno disastroso!).
Quaranta attività ogni santo giorno (festività comprese) che scompaiono portando con sé la disperazione di persone, famiglie e comunità intere.
E l’Italia cosa fa? Rimane, “composta”, raccolta nel proprio dolore, in attesa della sua ineluttabile fine.
Ho usato volontariamente il termine “ineluttabile” dal latino “ineluctabilis” composto dal prefisso “in”, che nega, ed il termine “eluctabilis” il cui significato è “che si può superare con la lotta”.
Davvero gli italiani vogliono andare incontro alla propria fine senza nemmeno lottare per la sopravvivenza?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro