Giappone: scusate, ma il debito non è debito?
L’ultima “sparata” della Bank of Japan ha fatto tornare d’attualità un annoso e mai approfondito dibattito sulla natura e la peculiarità di ciò che chiamiamo “debito pubblico”.
Sapete tutti che in Europa desta enorme preoccupazione l’entità del nostro debito pubblico che si aggira intorno al 135% del Pil e si impone che il deficit italiano non sfondi per nessun motivo la fatidica quota del 3%.
Orbene quando si fa notare che il debito giapponese è quasi il doppio del nostro (240-250% del Pil ormai si è perso perfino il conto) ed il deficit sfiora il 10%, la risposta è sempre la solita: sì ma il debito del Paese del Sol Levante è per la quasi totalità sottoscritto dai giapponesi stessi, mentre da noi solo il 20% è nelle mani dei cittadini italiani, la maggior parte (l’80%) se lo dividono investitori stranieri, fondi e banche, quindi può essere “aggredito dalla speculazione”.
A mio avviso la motivazione più “forte” per la quale “apparentemente” il debito del Giappone sia meno rischioso di quello italiano risiede nel fatto che la Bank of Japan, al contrario della nostra Banca d’Italia, può ancora stampare moneta.
In altre parole il Giappone non potrà fallire visto che, alla mal parata, la Banca Centrale stamperà una quantità infinita di yen.
Ok, ma spiegatemi quale differenza sostanziale esiste fra uno stato che fallisce, e quindi è costretto a ristrutturare il suo debito (espressione edulcorata per dire che ne restituirà solo una parte a coloro che lo avevano sottoscritto), e quello che per onorarlo completamente stampa delle banconote con un valore “reale” ben inferiore a quanto impresso sopra.
Ma poi, semplicemente, cosa cambia se io, io Stato intendo, ho un debito con un mio cittadino piuttosto che con uno straniero?
Il debito non è debito?
Non è una cosa che va comunque onorata?
Se io (sempre io Stato) non pago, o pago solo parzialmente il mio debito ad un mio cittadino non “impoverisco” comunque la mia popolazione?
Un giapponese che oggi possiede titoli del debito pubblico nazionale per 500 milioni di yen (circa 3 milioni e mezzo di euro), e quindi viene considerata una persona abbiente, non si impoverisce improvvisamente se alla scadenza non gli vengono rimborsati i titoli?
Quante domande!
Ma effettivamente, a tutti i miei dubbi, si può rispondere che … finché l’inflazione non riparte …
Certo per ripartire l’inflazione qualcuno deve cominciare a temere che quegli yen “valgano di meno”, ma sappiamo tutti che appena qualcuno se ne renderà conto significherà che alla frana che inevitabilmente ne conseguirà non si potrà più porre freno.
Le valanghe non ti danno il tempo di metterti in salvo.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro