Grecia: proroga di quattro mesi, il tempo che serve per stampare le nuove Dracme
Ormai in politica siamo arrivati al “virtuale”, e ciò che è accaduto ieri a Bruxelles ha superato ogni immaginazione, pensate che tutta la stampa internazionale oggi riporta in prima pagina la notizia che è stato raggiunto un accordo.
Ebbene, se le parole hanno ancora un significato ciò significa che sarà stata sottoscritta una dichiarazione d’intenti, un memorandum, oppure, per semplificare, passatemi il termine certamente non appropriato, un contratto, fra la Grecia e l’Eurogruppo.
Ebbene no! Non è così! Ma per un motivo assolutamente banale, semplicemente perché …
… questo contratto non c’è! Non esiste! Non è stato ancora stilato!
Lo so che è difficile da credere, ma è proprio ciò che è accaduto, vi ripeto, è stato raggiunto un accordo “virtuale”, non concreto.
La miglior dimostrazione di come la politica dall’”arte del possibile” come diceva Bismarck, si sia trasformata nell’”arte dell’assurdo” l’ha data il nostro Ministro dell’Economia che, a mio parere ha raggiunto l’apice, l’assoluto.
Piercarlo Padoàn, infatti, intervistato all’uscita dalla riunione dell’Eurogruppo ha dichiarato che l’accordo raggiunto era “una vittoria di tutti” specificando però che “non abbiamo parlato di contenuti”!!!
Ma, avete capito?!?
Cioè è come se gli avessero chiesto:
E’ stato raggiunto un accordo?
“Sì”
E su cosa?
“Di questo non ne abbiamo parlato, ma ciò non è molto importante”
Una persona razionale rischia di impazzire, ed allora ho cercato in tutte le maniere di trovare una giustificazione ad una situazione che di logico non ha nulla, e l’unica conclusione plausibile è che la proroga di quattro mesi che è stata accordata, serva alla Grecia per avere il tempo tecnico di “stampare le nuove Dracme”, e forse questo non si poteva dire.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro