Grillo che figuraccia! Se non va in televisione … guadagna voti
Dopo ventuno anni Beppe Grillo torna alla Rai e sceglie “Porta a Porta” per il suo grande rientro, pubblicizzato in pompa magna, il programma di Bruno Vespa doveva essere, secondo le anticipazioni del conduttore, “un’ora in cui si parlerà di tutto”.
Ed invece non si è parlato quasi di niente, Grillo ha profondamente deluso, quando si va a “vedere”, come a poker, dietro al Movimento Cinque Stelle c’è il nulla, o quasi, insomma veramente poco.
Vespa lo sapeva ed allora non ha fatto un’intervista a Beppe Grillo, ma lo ha lasciato parlare a ruota libera, sapendo benissimo che più parlava e più si sputtanava, non c’è una sola idea politica dietro al M5S, nemmeno il populismo, nulla!
E Vespa, da quel vecchio marpione che è, ha surclassato Grillo che ha fatto la figura del principiante continuando a parlare a vanvera senza mai essere convincente.
Ogni tanto Vespa gli rifilava qualche stoccatina (ad esempio quella sulla questione immigrati) che metteva in evidente imbarazzo l’ex comico, il meglio, però, l’anchor man lo raggiungeva quando ha finto di prendersela perché il programma da intervista si stava trasformando in un monologo, era ovviamente un bluff perché il conduttore aveva volutamente lasciato che la trasmissione prendesse quella piega che si stava rivelando un boomerang per Grillo.
Il reddito di cittadinanza, mandare a casa un’intera classe politica, la democrazia del web, insomma i temi cari al M5S sono depotenziati dalla ripetitività e non sono queste cose a portare nuovi consensi al partito, il M5S vince perché la politica “tradizionale” è invotabile, insomma per demeriti altrui e non per meriti propri.
Se vogliamo la sola cosa positiva che si può riconoscere al Movimento è l’onestà dei suoi componenti, ma questo “valore”, che indubbiamente per il popolo ha una grande valenza, è chiaramente connaturato in una forza politica “agli albori” e che non ha alcun incarico amministrativo e di Governo.
Ma altri cavalli di battaglia del Movimento, anche ieri sera sbandierati da Grillo, sono obiettivamente delle assurdità, o meglio delle sciocchezze, come ad esempio quella di limitare a due mandati la presenza in Parlamento, che senso ha? Qual è la logica?
Riteniamo che dopo due mandati un Parlamentare diventi disonesto? Non è più probabile che al secondo mandato, sapendo di non potersi più ricandidare, possa essere maggiormente demotivato?
Ed ancora, se una persona è particolarmente valida e capace, perché deve lasciare il suo posto ad un “novellino” che ci impiegherà del tempo solo per capire come funziona la “macchina Parlamentare”?
Grillo ha citato come esempio positivo, e personalmente sono assolutamente d’accordo, l’On. Roberto Fico, Presidente della Commissione di Vigilanza della Rai, ebbene, perché dopo il prossimo mandato (in cui sarà certamente rieletto) non potrà più ricandidarsi? Non sarebbe meglio (ed anche più democratico) lasciar decidere ai cittadini che si esprimono col loro voto?
Ma questa è solo una delle mille incongruenze del Movimento, non sarà Beppe Grillo a salvare od ad affondare il nostro Paese, di sicuro, però, l’Italia ha bisogno di ben altro.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro