I nomi per il dopo-Napolitano: vomitevoli!
Dopo che l’ufficio stampa del Quirinale, ovvero il quotidiano “La Repubblica”, ha reso noto le prossime dimissioni del Presidente Napolitano, ha anche nominato i candidati per la successione.
Eh sì, in Italia i candidati alla carica di Capo dello Stato vengono nominati da un giornale che definire “carta da cesso” si fa un torto al “nobile” cesso.
La cosa peggiore, però, è leggere questi nomi … una cosa abominevole, qualcosa di inimmaginabile, qua si va a prendere il peggio del peggio, qualsiasi altro sarebbe preferibile.
Prendete una casalinga di Voghera, il pastore abruzzese o il disoccupato a vita di Catania, chiunque è meglio.
Ecco comunque i nomi proposti e le mie considerazioni:
Roberta Pinotti: attuale Ministro della Difesa. Una nullità. Si distingue per la sua incapacità ad affrontare qualsiasi problema, non sa mai nulla e non si pronuncia per totale incompetenza.
Marta Cartabia: giudice della Corte Costituzionale. Una carriera interamente accademica e all’interno dei soliti baracconi (Commissione europea ed Unione europea), non sono in grado, però, di esprimere giudizi personali.
Anna Finocchiaro: Senatrice del Pd. Abominevole. Uno degli esempi più fulgidi di fancazzismo, per decine di anni ha sfruttato fino al midollo tutti i privilegi che uno Stato burletta come il nostro concede tutt’ora a coloro che si fan chiamare Onorevoli e Senatori.
Romano Prodi: ex Premier. Minus habens. La persona che più di ogni altra è responsabile della distruzione del nostro Paese in questi ultimi venti anni. In un Paese normale verrebbe chiamato alla sbarra e forse non condannato solo per incapacità totale di intendere e di volere.
Giuliano Amato: ex Premier. Vomitevole. L’emblema della persona viscida e subdola. Uno dei personaggi più squallidi che ha cavalcato la scena politica nel dopoguerra.
Walter Veltroni: ex Segretario del Pd. Incapace totale. Un inetto, figlio del primo direttore del Telegiornale di Stato, ha fatto disastri ovunque è andato, da direttore de l’Unità, da Sindaco di Roma e da Segretario del Pd. Aveva annunciato che si sarebbe ritirato in Africa, non sa mantenere neanche le promesse.
Piero Fassino: sindaco di Torino. Mr. “Abbiamo una Banca”. Se avesse avuto un minimo di pudore, dopo quella vicenda si sarebbe ritirato a vita privata e non avrebbe più avuto il coraggio di farsi vedere in pubblico, invece ce l’abbiamo ancora tra le … scatole.
Dario Franceschini: Ministro dei Beni Culturali. Un fallito. Figlio di un deputato democristiano, in politica è sempre stato considerato dai suoi compagni di partito una pezza da piedi.
Piercarlo Padoan: Ministro dell’Economia. Burocrate. In questa compagnia, però, sembra un gigante.
Ok allora, come ho detto prima, “La Repubblica” candida il peggio del peggio?
Non proprio, perché ha pensato al peggio, ma non all’infimo, quindi si è dimenticata un nome (sarà un caso o l’avrà fatto apposta?).
Laura Boldrini.
Ma non preoccupatevi, cari lettori, perché a colmare questa dimenticanza ci ha pensato proprio lei in persona, la nostra Presidente (o Presidentessa) della Camera ha letteralmente dichiarato: “Da tempo il Paese è pronto per avere un Presidente della Repubblica donna”.
Un’auto-candidatura in piena regola.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro