Il boom dei depositi sui conti correnti e del risparmio gestito, un altro segnale che la bolla sta per scoppiare
Avete dei soldi da investire: cosa fate? Avete timore di una Borsa che un giorno fa un boom e quello successivo uno sboom, ma investendoli in titoli dello Stato sapete già che alla scadenza, fra tasse e spese il rendimento sarà negativo.
Ed allora?
Allora, o tenete i soldi su conto corrente, anche se non rendono nulla, perlomeno non diminuiscono, oppure vi fidate di qualcuno che vi dice che “gestiti in maniera professionale” i vostri sudati risparmi potranno ancora fruttarvi qualcosa.
Orbene, visto che non siamo degli sprovveduti, chiediamo come riusciranno questi “gestori professionali” a farci guadagnare qualcosa (ed anche guadagnarci loro, perché nessuno lavora gratis).
Compreranno azioni facendoci rischiare il capitale? O titoli del reddito fisso il cui rendimento sarà sufficiente soltanto a retribuire il loro lavoro ed a noi non resterà nulla?
Ma no! Ci rispondono. Il gestore professionale riuscirà a farci avere un rendimento positivo perché investirà i nostri risparmi in maniera “flessibile”.
Ecco la parola magica: “flessibile”, che, come tutte le parole magiche, vuol dire tutto e non vuol dire niente.
Ci spiegano che “flessibile” significa che quando il mercato azionario salirà il “gestore professionale” sarà pronto ad approfittarne, mentre nei momenti di storno sarà cauto e liquido.
Mamma mia, ma questa è la manna! Quando c’è da guadagnare eccoci qua pronti a buttarci a capofitto, e quando c’è da perdere, beh, noi ci defiliamo in attesa di tempi migliori. Cosa si può pretendere di meglio?
Ed ecco così spiegato perché in un momento di così profonda crisi si assiste ad un notevole aumento dei depositi sui conti correnti ed un vero e proprio boom del risparmio gestito.
Per quanto riguarda i conti correnti c’è poco da dire, ma i risparmiatori che si affidano al risparmio gestito forse dovrebbero porre ancora una domanda al proprio consulente: ma nei momenti in cui la Borsa scende … chi perde?
Forse se c’è chi “guadagna sempre” dovrebbe anche esserci chi “perde sempre” e chi sono questi allocchi che “perdono sempre”?
La realtà è che il “gestore professionale” valuta qual è la propensione al rischio dell’investitore medio e si posiziona su quel livello. Visto che l’italiano medio ha il 25/30% investito in azioni ed il 70/75% in titoli obbligazionari o di Stato, quello sarà il grado di rischio al quale si stabilizzerà.
Ovviamente le spese di gestione saranno addebitate in ogni caso, le società di gestione non sono organizzazioni filantropiche, ma se l’azionario rende un po’ riuscirà a far avere un profitto, naturalmente commisurato, anche all’investitore e potrà così attribuirsene il merito. In caso contrario ci diranno … beh! il mercato è così … e poi … le performances vengono valutate nel lungo periodo, quindi lasciamo lavorare il “gestore professionale”.
Chiariamo non c’è assolutamente nulla di illegale in tutto questo, delegare gli altri ad operare ci toglie “l’ansia”? Ed allora c’è chi è disposto a fare quel lavoro al posto nostro, ma sappiamo anche, però, che le persone non lavorano gratis.
Ciò che volevo sottolineare, tuttavia, è che l’ansia ed il timore di perdere quanto faticosamente guadagnato col nostro lavoro, aumenta proprio nei momenti di crisi, quando si ha la percezione che possa accadere qualcosa di grave. La reazione, assolutamente naturale, quindi, è di chiudersi in se stessi (tenere i soldi sul conto corrente), o delegare altri (affidarsi ai “gestori professionali”).
Ed allora i risultati boom della raccolta delle società di gestione del risparmio sono ottenuti proprio facendo leva sui timori della gente, d’altronde … la paura è paura.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro