Il Ministero dell'Economia, e se avessimo sbagliato tutto?
Quando si forma un esecutivo, soprattutto in questi ultimi anni (ma io direi da sempre), c’è un Ministero che riveste un’importanza straordinaria, in pratica vale come tutte gli altri messi assieme, e forse di più, sto naturalmente parlando del Ministero dell’Economia.
Fino ad un po’ di anni fa, però, affinché una sola persona non racchiudesse in sé un potere eccessivo, l’economia del Paese era gestita da due Ministeri, quello delle Finanze e quello del Tesoro, in pratica, ad uno le entrate, all’altro le uscite.
Il rischio che tra i due titolari dei Dicasteri potessero sorgere “conflitti di interesse”, però, era naturalmente altissimo, i due Ministri potevano attribuirsi a vicenda le colpe delle defaillance economiche del Paese, uno poteva accusare l’altro di essere troppo spendaccione e sentirsi contemporaneamente ribattere di non essere capace di incrementare le entrate.
Molti hanno visto in questa “anomalia” l’origine del nostro eccessivo debito pubblico, si evitava la “conflittualità” fra i due Ministeri aumentando continuamente il debito, e non si può negare che questa argomentazione, abbia in sé una parte di verità.
Fu Silvio Berlusconi che riunificò i due Dicasteri, dando così origine al Ministero dell’Economia che affidò a Giulio Tremonti.
Poteva sembrare una maniera più efficiente, a prima vista, per gestire l’economia di un Paese, pare infatti più logico che sia una sola persona a far quadrare introiti e le spese, ma se ci pensiamo bene “l’Istituzione” che ha sorretto l’Italia da sempre, ossia la famiglia, è stata per secoli fondata sulla suddivisione dei ruoli: al marito il compito di guadagnare i soldi, alla moglie quello di spenderli con oculatezza, cercando sempre di far uscire una lira meno di quelle che erano entrate.
Questa suddivisione di ruoli è stata fondamentale per far crescere l’Italia e soprattutto ha fatto sì che le famiglie italiane siano fra le meno indebitate al mondo e abbiamo fatto del risparmio la loro virtù principale.
Forse abbiamo solo scoperto l’acqua calda, in cuor nostro abbiamo sempre saputo che se avessimo affidato il Ministero del Tesoro alla Casalinga di Voghera, oggi, certamente, non ci troveremmo in questa condizione.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro