La Fed sempre più ridicola
L’abbiamo capita, o perlomeno il mercato l’ha interpretata così: a giugno nessun aumento dei tassi, si vedrà eventualmente a settembre e più probabilmente si rimanda tutto all’anno prossimo.
Ed intanto si continuano a pompare le Borse, in tutto il mondo. La Borsa di Shanghai, tanto per dirne una, negli ultimi dodici mesi ha raddoppiato il suo valore, passando da 2.000 a 4.000 punti, e tutto ciò è accaduto nell’anno in cui l’economia cinese ha avuto la più bassa crescita degli ultimi 25 anni.
Mese dopo mese le minute della Fed sono sempre più ridicole, non sanno più cosa inventare per tirare a campare, ancora diverso tempo fa avevo utilizzato la metafora del conto alla rovescia, solo che quando sono arrivati ad 1 invece del fatidico … VIA … hanno proseguito con: mezzo, un quarto, un ottavo … e avanti di questo passo. Ed ora sono arrivati a un trentaduemilasettecentosessantottesino e poi ci sarà un sessantacinquemilacinquecentotrentaseiesimo insomma possono andare avanti all’infinito.
Allora, la Yellen aveva detto che la notizia del primo aumento dei tassi sarebbe stata data con un anticipo di due mesi, siamo ad aprile ed oggi dovevano attenderci l’annuncio del primo rialzo per giugno, ma …
… ma non tutti erano d’accordo, c’era chi voleva cominciare a giugno, ma c’era anche chi voleva iniziare nel secondo semestre (meglio restare vaghi, il semestre dura sei mesi, quindi può essere luglio, ma anche dicembre).
Ok, quindi se non iniziava a giugno sarebbe comunque avvenuto nel secondo semestre di quest’anno, giusto?
NO.
NO?!?
No perché alla Fed non basta tenere il piede in due scarpe, lo vuol tenere in tre!!! Ed allora ecco che ci dicono che ci sono stati anche due Presidenti che hanno votato per rimandare il tutto al 2016!!! Così resta aperta anche quella eventualità.
Ricapitoliamo: qualcuno a giugno, altri nel secondo semestre, ma non sono mancati nemmeno quelli che hanno votato per il prossimo anno.
Morale della storia?
Quando verranno aumentati i tassi?
Ebbene vi diamo in anteprima la risposta:
Nel futuro.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro