La Germania ci umilia, e noi ringraziamo
Se ancora qualcuno avesse avuto dei dubbi ecco la prova più evidente, all’indomani del trionfo di Syriza nelle elezioni greche, dopo il pieno di voti avuto da Tsipras, ossia colui che era stato dipinto (ma non da me) come il fustigatore della Troika, il nemico giurato delle politiche di austerità imposte dalla Merkel, ebbene all’indomani di tutto questo la Borsa di Francoforte ha un boom e mette a segno l’ennesimo record storico.
Il Dax, l’indice di Borsa di Francoforte arriva a toccare livelli siderali, supera i 10.800 punti, dall’inizio dell’anno, in sole 17 sedute, è arrivata a guadagnare oltre il 10%, un’impennata irresistibile, dovuta ad un’economia in piena salute, ma soprattutto alla certezza che l’intervento di Draghi ed il voto greco avranno come effetto quello di prolungare la durata dell’euro e quindi per i tedeschi questa è manna pura che scende dal cielo.
E’ noto a tutti che l’euro ha il grande potere di favorire assolutamente le economie forti e penalizzare fortemente quelle più deboli, così si spiegano i continui successi della Borsa tedesca che ora si trova anche un euro svalutato rispetto al dollaro e tutto questo lo ha avuto praticamente gratis perché Draghi si è dimostrato succubo della Bundesbank ed il suo Quantitative easing è stato un regalo alla Germania che ha ottenuto i benefici lasciando i rischi quasi integralmente a carico degli Stati nazionali.
Per l’Italia è stata una vera e propria umiliazione, e vedere così la politica (Renzi & Co.), la finanza (il Governatore della Banca d’Italia Visco ed il presidente dell’Abi, Patuelli), rilasciare dichiarazioni entusiaste per quanto fatto da Draghi è veramente mortificante.
La Germania si prende tutta la polpa, ci lascia gli ossi, e noi ringraziamo perché ci è stato lasciato qualcosa, dove è finito l’orgoglio nazionale?
Il fatto è che avremo tutte le ragioni per pretendere molto, ma molto di più, ed invece andiamo ad elemosinare, venendo così trattati da accattoni.
CI STANNO SPENNANDO!!!
Cosa aspettiamo a reagire?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro