La terza guerra mondiale? E' in atto! Non ve ne eravate accorti?
Probabilmente abbiamo un concetto di guerra un po’ … datato, nel senso che il termine ci evoca sempre un conflitto armato che abbia come fine la conquista del territorio nemico.
Oggi non è più così, o meglio, le guerre hanno sempre motivazioni economiche, ma non si combattono con le armi convenzionali, e l’obiettivo principale è quello di appropriarsi delle ricchezze altrui, non tanto del suo territorio.
Fra le nuove “armi di distruzione di massa”, la moneta è una delle più letali, un Paese al quale vien tolta la sovranità monetaria dovrà “combattere” con le mani legate dietro la schiena.
Ed oggi l’Italia si trova in una simile situazione, accettando (sciaguratamente) di far parte di una Unione monetaria ci siamo lasciati imbrigliare, il perché è presto detto.
La moneta, infatti, è forse il solo bene che sia preferibile venga sottovalutato anziché sopravalutato, semplicemente perché nel secondo caso vengono favorite le importazioni e si penalizzano le esportazioni, impoverendo così il tessuto economico.
Ed allora visto che il valore di una moneta, in un mercato che funziona, è rappresentativo dell’economia dell’emittente, se più Stati adottano una moneta unica il valore della stessa risulterà una “media” delle economie dei Paesi aderenti.
La logica conseguenza è che quella moneta “unica” per gli Stati più deboli che appartengono all’Unione risulterà sopravalutata, mentre sarà sottovalutata per quelli economicamente più forti.
La conseguenza naturale, quindi, è che gli squilibri, fra i vari Paesi che adottano un’unica moneta, anziché ridursi, tenderanno ad aumentare proprio in funzione del diverso “peso” con il quale la moneta impatta sull’economia dei vari Stati.
In parole povere, i Paesi più deboli sono ulteriormente penalizzati dal fatto di dover utilizzare una moneta che, rispetto alla loro economia, è sopravalutata, il tutto a vantaggio di quelli più forti
Le diverse economie, così, anziché armonizzarsi, tendono ad ampliare le divergenze, si drenano risorse da quelle più deboli che vengono convogliate verso quelle più forti.
Ed ecco spiegato come la moneta diventi uno strumento potentissimo con il quale si arriva a distruggere il tessuto economico e sociale di interi Paesi senza usare armi da guerra.
Certo, si dirà, ma le popolazioni di questi Paesi possibile che accettino “l’eutanasia” senza ribellarsi? E’ vero, per questo viene messa in campo una massiccia campagna di disinformazione, che va a colpire le menti, quasi un elettrochoc collettivo.
Ma quando viene a mancare qualunque via di scampo, anche il popolo più remissivo diventa aggressivo e pericoloso.
Probabilmente questo i tedeschi lo sanno (ma non è detto, dopotutto sono semplicemente crucchi), e nel momento in cui la situazione si farà davvero rovente si può ritenere che verranno a più miti consigli.
Si raggiungerà un dignitoso compromesso che eviti conseguenze nefaste per tutti, nel frattempo, in attesa che gli italiani si sveglino da questa catalessi, continuano a spremerci imponendoci governi guidati da fantocci.
Tuttavia in pochi anni hanno dovuto inasprire sempre più la loro strategia, prima hanno messo a Capo del nostro Paese una persona “venduta”, ma non stupida, come Mario Monti.
Pensavano quindi di sconfiggere Berlusconi alle elezioni, ma incredibilmente non ci sono riusciti ed hanno dovuto mettere un “traghettatore” non proprio furbo, Enrico Letta, che ha capito solo più tardi di essere stato usato temporaneamente in attesa di mettere fuori causa Berlusconi con l’aiuto della Magistratura.
A quel punto hanno giocato la carta che da tempo avevano in serbo, ossia utilizzare un ebete assoluto, Matteo Renzi, un fanfarone probabilmente inconsapevole (proprio perché non ci arriva) e per questo addirittura credibile per quella parte della popolazione italiana culturalmente debole (usiamo un eufemismo).
Uno che, è lui stesso ad ammetterlo, e non ironicamente, ha come riferimento culturale Maria De Filippi.
Uno che anziché chiedersi come mai si trova in quel posto e concludere che è stato messo lì proprio per la sua pochezza, ritiene invece di essere diventato uno statista.
Veramente, è come aver messo a capo del Governo Mr. Bean.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro