L’attuale situazione economica in Italia: ecco la verità!
Si fa un gran parlare della ripresa in Italia, il nostro Presidente del Consiglio, attribuendosi tutti i meriti, continua a battere la grancassa cercando di far credere alla popolazione che la crisi sia finita e davanti a noi si prospetta un futuro prospero e fiorente.
E’ la verità?
Ovviamente no! Ma il mio non è un giudizio personale, sono i numeri a dirlo. Vediamo perché.
Viene sbandierato come un grande successo un ipotetico aumento del nostro Pil, per il 2015, dello 0,9%. Ammettiamo pure che le stime del Governo (che tra l’altro coincidono con quelle dell’Istat) siano esatte, e quindi diamo per scontato che alla fine del corrente anno il nostro Pil registri una simile crescita, possiamo considerarlo un buon risultato?
Assolutamente no! Basta guardare ai numeri!
Una crescita del Pil dello 0,9%, tradotto in soldoni, equivale a 13 miliardi di euro in un anno, nello stesso periodo, però, sempre prendendo le stime più accreditate, il nostro debito pubblico, nella migliore delle ipotesi, aumenterà di 56 miliardi rispetto al 2014, nonostante le dinamiche dei tassi bassi (anzi nulli!!!) abbiano ridotto la spesa per interessi di ben 9 miliardi!
Ricordate poi cosa ci diceva il Ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, un anno e mezzo fa? Ve lo rammento, mentre si attendeva per il 2014 un Pil in crescita dello 0,8%, previsione totalmente sballata dato che finimmo ancora in recessione (-0,4%), aggiungeva pure che il debito pubblico nel 2015 … sarebbe calato!!!
Ed invece, pur con condizioni straordinariamente favorevoli, aumenta di altri 56 miliardi!!!
Ok, mi direte, Padoan si è sbagliato (anzi ha cannato alla grande), ma forse … l’anno prossimo … magari il nostro debito pubblico diminuirà.
Ma in quale film?!?
Sapete di quando dovrebbe aumentare il nostro Pil affinché SENZA RICHIEDERE ULTERIORI SACRIFICI AGLI ITALIANI, il nostro debito pubblico possa il prossimo anno rimanere invariato?
Del 4,2%!!!
Una eventualità che non può essere presa in considerazione e per la quale non vale neppure la pena parlarne.
Quindi, o ci chiederanno ulteriori sacrifici, in termini di nuove tasse o nuovi tagli alla spesa, oppure il nostro debito pubblico aumenterà anche l’anno prossimo! Pur se i tassi rimarranno a zero!
Questa è la verità!
Infine alcune considerazioni.
Renzi non può bellamente dire “Non mi importa se il ritorno alla crescita è dovuto ad una serie di eventi favorevoli, l’importante è che siamo tornati a crescere”, perché se queste sono variabili esogene (cioè che ci arrivano dall’esterno) non se ne può attribuire i meriti.
Non è merito di Renzi, infatti, se i tassi sono a zero e questo fatto ci fa risparmiare 9 miliardi all’anno di interessi sul debito, non è merito di Renzi se il petrolio costa la metà rispetto allo scorso anno e questo riduce enormemente le nostre spese, non è merito di Renzi se il cambio Euro/Dollaro è decisamente calato rendendo più competitiva sui mercati mondiali la nostra industria manifatturiera.
Ma soprattutto non è merito di Renzi se non deve arrabattarsi per cercare sul mercato chi acquisti il suo debito pubblico (che come abbiamo visto cresce sempre), visto che ormai c’è chi lo compra tutto, senza neppure pretendere interessi: Mario Draghi.
E la seconda considerazione è che il Governo Renzi oltre ad aver avuto tutti i fattori esogeni favorevoli, ad aver fatto aumentare il debito pubblico di 100 miliardi di euro ha rinviato agli anni futuri la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, ciò significa che nei prossimi due anni Renzi, o chiunque altro si troverà a governare l’Italia, dovrà trovare circa 75 miliardi.
E dato che i soldi non si “trovano” per la strada, provate un po’ ad indovinare a chi verranno chiesti?
Ed infine, questo benedetto +0,9% del nostro Pil lo possiamo ritenere un risultato eclatante?
Ovviamente, per dare una risposta, dobbiamo confrontarlo con gli altri Paesi dell’Ue.
Ebbene dei 28 Paesi che fanno parte dell’Unione europea soltanto la povera Grecia (-1,4%), la Finlandia (+0,3%) e l’Austria (+0,6%) cresceranno quest’anno meno di noi, mentre gli altri 23 Stati, molti dei quali noi consideriamo disastrati, come Portogallo, Cipro, Slovenia, Croazia ecc. ecc. cresceranno tutti ad un ritmo superiore al nostro.
Se questo è un successo … ditemi voi!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro