Le monete non si svalutano o rivalutano, semplicemente si valutano
Un tempo i dibattiti sulla “moneta” erano circoscritti ad una ristrettissima cerchia di persone, perlopiù professori universitari, economisti e pochi altri che disquisivano fra loro, oggi è diventato un argomento “da bar”.
Non per questo una cosa negativa, l’introduzione dell’euro, ad esempio, ha fatto capire a molti che, contrariamente a quanto accade per tutti gli altri beni, l’aumento di valore della nostra moneta non ci dà molti benefici, anzi, semmai accade proprio il contrario.
Non dimentichiamo, poi, che, anche per questo motivo, il mercato valutario è di gran lunga il più importante del mondo ed ogni giorno muove qualcosa come 4 trilioni di dollari (ma la rilevazione è dell’aprile 2010, oggi quindi molto di più).
Servirà forse ricordare che 4 trilioni di dollari equivalgono al Pil che l’Italia produce in due anni!
Il problema è che non solo ai bar, ma purtroppo anche in Parlamento ed in moltissimi dibattiti pubblici nei quali sono invitati a parlare persone all’apparenza “qualificate”, vengono dette sulla moneta delle sciocchezze colossali.
La più eclatante è quella di parlare delle monete in termini di svalutazione o rivalutazione. Sembra quasi, infatti, che ci sia qualcuno, un Banchiere Centrale, un Presidente o un Ministro dell’Economia che si svegli la mattina e dica “Toh! Oggi svaluto la mia moneta” oppure, se è di buon umore “Toh! Oggi rivaluto la mia moneta”.
Questa questione della svalutazione o della rivalutazione è una castroneria! Nella realtà le monete, in una condizione normale di mercato (ovviamente), non si svalutano né si rivalutano, bensì si valutano.
Il valore di una moneta, sul mercato valutario, fluttua come il prezzo di un qualsiasi bene (proprio perché è essa stessa un bene), la sola differenza, rispetto ad un bene, è che il mercato non le attribuisce un valore intrinseco, bensì determina un rapporto di cambio rispetto alle altre monete, tutto, però, è sempre governato dalla legge della domanda e dell’offerta, unica ed inappellabile sentenza economica.
Certamente i Governi o le Banche Centrali possono prendere delle decisioni di politica economica che impattano sul mercato, e che quindi possono indurre ad apprezzarsi o deprezzarsi una moneta, ma non sono loro a decidere un tasso di cambio, bensì il mercato.
Ciò che di peggio gli Stati possono fare è fissare d’imperio alcuni cambi, inibire il mercato equivale ad accendere una miccia, non importa quanto lunga sia, prima o poi finirà, ed a quel punto la bomba esploderà. E’ ineluttabile.
Non è mai accaduto che si sia ottenuto un benché minimo beneficio bloccando od anche solo limitando il mercato, tutt’altro, si sono fatti solo disastri immani.
Probabilmente le maggiori catastrofi, nella storia dell’umanità, sono derivate proprio dal fatto di aver voluto andare contro al mercato.
E che cos’è l’euro se non un cambio fisso imposto a Stati che, fra l’altro, hanno economie profondamente diverse?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro