L'euro, una moneta fallita
Emettere debito in valuta estera è il solo motivo per il quale uno Stato possa fallire, sono anni che ripeto quanto sia assurdo agire in questo modo, la storia è sempre lì a ricordarcelo.
E l’euro, per i Paesi aderenti alla moneta unica, è una valuta estera perché non viene emessa autonomamente dalle Banche Centrali dei vari Stati, ma da un organo sovranazionale (la Bce).
E’ una cosa talmente semplice ed elementare che anche un bambino è in grado di capire, ma in Italia è un argomento tabù, non si può dire, ad esempio, che la Grecia è fallita, eppure ci sono migliaia di cittadini italiani che alla scadenza naturale non hanno ricevuto i loro soldi che erano stati investiti in titoli dello Stato greco.
Dei Bond argentini, anche a distanza di vent’anni, si può parlare, dei Bond greci assolutamente no, c’è una censura vera e propria, eppure a marzo del 2012 la Grecia è ufficialmente fallita, ed in questi due anni che sono trascorsi non se ne è mai parlato.
L’Europa aveva fatto di tutto pur di “nascondere” il fallimento, ricorrendo anche a stratagemmi puerili e ridicoli, come la firma della lettera di accettazione della rinegoziazione del debito.
In cosa consiste? Semplice!
Quando uno Stato fallisce? Quando alla scadenza non viene rimborsato per intero un titolo del debito pubblico.
Ora, due anni fa la Grecia non aveva disponibilità liquide per rimborsare titoli di Stato in scadenza (se avesse avuto la propria sovranità monetaria avrebbe stampato moneta senza alcun problema) perciò ha inviato una lettera ai sottoscrittori con la quale chiedeva loro di accettare, in cambio, altri titoli con scadenze lunghissime, per un valore inferiore del 70% rispetto all’investimento originario (specificando che se non avessero accettato non avrebbero avuto proprio nulla), in pratica o mangi questa minestra o salti da questa finestra.
Ma c’era sempre il rischio che qualcuno, pur con un simile diktat, non accettasse. Se anche una sola persona avesse chiesto di riavere i propri soldi, avrebbe decretato il default dello Stato greco.
Ed ecco, quindi, un capolavoro di giustizia ed onestà, veniva approvata una legge che obbligava tutti ad accettare la conversione qualora avessero aderito i possessori di almeno il 75% dell’ammontare dei titoli in scadenza.
Visto poi che una parte considerevole di questi titoli erano in mano ad Istituti di credito ellenici, di fatto controllati dallo Stato, per gli investitori privati non c’era una via di scampo.
Avete capito?
In pratica agli investitori privati, con “la forza della legge”, è stato imposto di accettare titoli spazzatura che valevano il 30% del loro investimento originario.
Avendo anche la protervia e l’arroganza di dire che la Grecia non era fallita, perché i creditori (ossia i risparmiatori), avevano accettato “volontariamente” di vedersi decurtare il loro credito del 70%!!!
Cari lettori questa è l’Europa!!!
Quando, fra poco, vi recherete alle urne, vi prego, ricordatelo!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro