Libia e Gheddafi: le colpe di Napolitano, Berlusconi, La Russa e Frattini
Premessa: rivendico, per esser stato uno dei pochissimi a schierarsi, immediatamente e con foga, contro i bombardamenti della Libia, di poter commentare, ed in maniera autorevole, i retroscena svelati di recente dall’ex Presidente della Repubblica sull’adesione del nostro Paese alla guerra contro un Paese sovrano come la Libia. Mi riferisco in particolare a quel “Consiglio di guerra” informale tenutosi il 17 marzo del 2011 al Teatro dell’Opera a margine delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia al quale parteciparono l’ex Presidente Napolitano, l’ex Premier Berlusconi, l’ex Ministro della difesa La Russa, l’ex Ministro degli Esteri Frattini oltre al consigliere diplomatico Archi. Fu quello un modo ignobile di festeggiare l’Unità d’Italia visto che l’art. 11 della nostra Costituzione recita: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
L’ex Presidente Napolitano ha sbottato, per anni lui è stato indicato come il maggior fautore del nostro intervento militare ai danni della Libia di Gheddafi. E per anni lui, “democristianamente”, non aveva risposto alle accuse, confidando sul fatto che i media nazionali, tutti dalla sua parte, avrebbero messo a tacere le critiche nei suoi confronti come sempre fanno quando gli “accusati” rientrano in una certa area politica.
E così è stato, ora però, nonostante le pratiche di insabbiamento messe in atto, il bubbone è scoppiato in tutta la sua virulenza. Adesso che il disastro non solo è sotto gli occhi di tutti, ma ha prodotto le nefaste conseguenze che ognuno di noi può giornalmente riscontrare. Adesso che non c’è più nessun personaggio politico che non consideri un colossale errore i bombardamenti e la distruzione della Libia, lui, Giorgio Napolitano, il peggior Capo di Stato che l’Italia abbia mai avuto (oddio, in questa speciale classifica al contrario, i confronti con Scalfaro e Ciampi li ha vinti di misura), ha deciso di parlare.
Ma non lo ha fatto per rivendicare la correttezza della propria scelta, oppure per scusarsi davanti a tutti gli italiani, comportamenti, questi, che sarebbero stati diametralmente opposti ma entrambi rispettabili da un punto di vista etico.
Lo ha fatto per scaricare la responsabilità di quella scelta su altri.
Insomma, potremmo definirlo un comportato da vile, da persona che dimostra mancanza di coraggio e fermezza, oltre che di coerenza.
Egli si è discolpato sostenendo che quella fu “una decisione che spettava al Governo, sia pure con il consenso della Presidenza della Repubblica” ed ancora “non poteva che decidere il Governo in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l’adesione anche dell’allora opposizione di centrosinistra.”
Formalmente, nulla da eccepire a quanto detto da Napolitano, ma da un Presidente della Repubblica ci si attende un’etica superiore, comportamenti moralmente virtuosi e non solo dichiarazioni autoassolutorie.
Detto questo, tuttavia, l’informazione deve essere corretta quindi mi corre l’obbligo di censurare i media, come ad esempio Repubblica.it, che sulle esternazioni dell’ex Presidente della Repubblica hanno titolato « Napolitano: “Le bombe contro Gheddafi? Basta distorsioni ridicole: decise Berlusconi, non io” »
Una frase, riportata fra virgolette, che Napolitano non ha mai pronunciato, ed infatti leggendo l’articolo non compare.
“Sistemato” Napolitano non posso certo esimermi dal censurare anche i comportamenti degli altri personaggi implicati in questa dolorosa vicenda.
Me la cavo con due parole riferendomi a Franco Frattini che al tempo ricopriva la carica di Ministro degli Esteri. Sembra di stare a riferirsi ad un’altra epoca, ad un tempo lontano, ed invece stiamo parlando di avvenimenti accaduti soltanto sei anni fa. Eppure parafrasando il Manzoni ed il suo Don Abbondio potremmo dire “Frattini … chi era costui”. Il personaggio è scomparso dai radar della politica. All’epoca pare che abbia tentato di “nascondersi” dietro all’ombrello dell’Onu, insomma un comportamento pilatesco.
Diversa la critica nei confronti di Berlusconi e La Russa, personaggi che invece sono rimasti sulla cresta dell’onda.
Cominciamo dal Cavaliere.
Caro Silvio, non puoi cavartela semplicemente dicendo che tu non te la sentivi di “dare l’avallo a quella missione di guerra contro la Libia” e che eri arrivato al punto di “minacciare di dare le dimissioni” e di non averlo fatto solo per non innescare una crisi istituzionale, tutto ciò non ti assolve affatto perché come tutti sanno:
le dimissioni NON si annunciano, e tantomeno si minacciano, bensì … si danno!
Anche le tue mani quindi sono sporche del sangue di Gheddafi.
Hai visto poi come ti hanno ringraziato per il tuo “assoluto asservimento” alle Istituzioni? Qualche mese dopo ti hanno dato un bel calcio nel sedere e ti hanno costretto a dimetterti!!! Svegliati una buona volta e cerca di capire di che pasta sono fatti quelli che passano per essere “servitori dello Stato”.
E concludiamo con La Russa, al tempo Ministro della Difesa.
Caro Ignazio anche tu non puoi cavartela dicendo che “Gheddafi era ormai spacciato”, dicendo quelle cose ti sei piegato, anzi genuflesso ad una nullità come Sarkozy, quando dovevi dimostrati forte hai fatto vedere tutta la tua inconsistenza, come uomo e come politico.
Craxi ed Andreotti (ricordi Sigonella?) al tuo confronto si sono dimostrati dei giganti!!!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
P.S. Quei due loschi figuri che vedete in foto sono il francese Philippe Coindreau e l’americano Samuel Locklear comandanti, per i rispettivi Paesi, delle operazioni di guerra nei confronti del popolo libico. Se la ridono dopo aver massacrato bambini, donne e persone inermi.