Lotta all’evasione? Chiamiamola col suo nome: estorsione!
Sono stati resi noti i dati sulle entrate fiscali del nostro Paese nel primo semestre dell’anno in corso, risultate in calo, ma solo frazionalmente (-0,8%), ed allora, occorre domandarsi: con migliaia di aziende che hanno chiuso i battenti è chiaro che sia stato ulteriormente tartassato chi cerca comunque di resistere.
Disaggregando i dati scopriamo che è diminuita l’Ires mentre è rimasta praticamente invariata l’Irpef. Occorre quindi capire cosa ha compensato la riduzione dell’Ires, ma è presto detto, partiamo dall’aumento della patrimoniale sulle disponibilità degli italiani, mi rifiuto di chiamarlo “Bollo” e mi rifiuto di ritenerla una imposta relativa ai “prodotti finanziari”, è una patrimoniale e, come tutti sappiamo, è passata dall’1,5 al 2 per mille.
E poi ci sono tutti gli aumenti delle accise sui prodotti energetici, sul gas naturale e sull’energia elettrica (caro Matteo Renzi con che coraggio dici che le tasse in Italia sono diminuite!), ma non finisce qui.
Perché sono diminuiti anche gli introiti derivanti dai giochi (gli italiani non hanno nemmeno più i soldi per giocare al lotto), ma … nessun problema, il calo viene più che compensato dagli introiti derivanti dalla lotta all’evasione (+10,9%).
Sembrerebbe una buona notizia, ma nella realtà è una pessima notizia. Perché???
Perché siamo in Italia e si sa che la Guardia di Finanza non scopre i veri evasori, che personalmente non chiamerei nemmeno evasori visto che sono veri e propri delinquenti, quelli, tanto per capirci, che montano società fasulle non pagano un centesimo di imposte, truffano le persone per bene o gli enti pubblici e poi, vista l’efficienza dei nostri “controllori”, quando la Guardia di Finanza si muove di questa gente e delle loro ditte farlocche non c’è più nemmeno l’ombra.
No di questa gentaglia non ne prendono nemmeno uno, vanno invece da chi non scappa, da chi cerca di resistere alla crisi con sacrifici immani e dato che ogni volta che un Finanziere “esce” deve tornare a casa con il “bottino”, pena il blocco della sua carriera nel’Arma, ecco che vengono vessati coloro che lavorano, i quali, oltretutto, vengono pure bollati con il termine infamante di evasori.
In un Paese civile non si chiedono prestiti alle banche per pagare le imposte, questa è una cosa di cui lo Stato italiano deve vergognarsi.
Andate nelle Banche e chiedete ai Direttori di filiale quanti imprenditori domandano prestiti, per pagare le imposte! E non solo! Parecchi di loro, addirittura, si vergognano per questo e si inventano candide bugie per giustificare la richiesta del prestito, dato che trovano “umiliante” non avere neppure i soldi per pagare le tasse.
A questo siamo arrivati!
Ed allora, cari lettori, d’ora in poi, quando leggerete o sentirete dire dai nostri telegiornali che sono aumentate le entrate derivanti dalla “lotta all’evasione fiscale” non pensiate sia una buona notizia, perché dietro quel dato, dietro quell’importo c’è la sofferenza di migliaia di persone che lavorano per portare a casa il pane ai propri figli, con dignità!!!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro