L’Università della Svizzera Italiana chiederà i danni a Renzi e al PD?
Sembrava l’ennesima comica italiana, ma forse ora si sta trasformando in qualcosa di serio. Una “bravata” del nostro Premier Matteo Renzi potrebbe non essere andata giù ad una delle più prestigiose Università svizzere.
Ma riepiloghiamo quanto accaduto.
Tutti voi sapete, visto il clamore suscitato sui media nazionali, che il nostro Premier ha avuto la brillante idea di inviare a tutti i nostri connazionali residenti all’estero una lettera per cercare di convincerli a votare “Sì” al prossimo referendum.
Tralasciamo tutte le polemiche che si sono (giustamente) scatenate per un fatto profondamente antidemocratico, visto che gli stessi indirizzi dei nostri connazionali residenti all’estero (pare) non siano stati forniti ai Comitati del “No”, ufficialmente per una questione di privacy (ad occhio mi sembrano due pesi e due misure).
Occorre tuttavia perlomeno chiedersi: chi paga?
I Comitati per il “Sì” si sono affrettati a specificare che quella lettera è sì firmata da Matteo Renzi, ma non in veste di Presidente del Consiglio, bensì di Segretario del PD, precisando quindi che tutte le spese relative sono state sostenute dal Partito Democratico.
E’ noto però che il Partito del Premier, dal punto di vista finanziario, non se la passi molto bene (a proposito quando ci diranno qual è l’esposizione, cioè i debiti, che il PD ha nei confronti di Montepaschi?), ed allora proviamo a fare due calcoli semplici semplici: gli italiani all’estero sono oltre 4 milioni, ad un euro di francobollo ciascuno fanno già più di 4 milioni di euro e poi ci sono i costi della stampa della lettera e della busta … sicuri che paghi tutto il PD?
Ma lasciamo perdere le polemiche perché quella vicenda, ora, si è tramutata in una farsa. Una vicenda dai contorni assolutamente grotteschi.
Ebbene, è noto che i Comitati del “Sì” hanno scelto come slogan “Basta un Sì”, per cui hanno creato il sito internet “bastaunsi.it”, visto che, come tutti sappiamo, non si possono usare lettere accentate.
Fin qui tutto normale, ma ora cosa è accaduto?
E’ accaduto che sulle 4 milioni di lettere inviate ai nostri connazionali all’estero, nel riportare l’intestazione del sito internet dei comitati per il “Sì”, si sono dimenticati una “n”, per cui, come potete vedere dall’immagine sottostante, la lettera termina con:
I comitati per il “No”, accortisi del madornale errore, si sono affrettati ad istituire il sito www.bastausi.it per cui, ora, se un nostro connazionale residente all’estero, seguendo le indicazioni riportate sulla lettera di Renzi, digita sul proprio browser www.bastausi.it si ritrova “Costituzione Bene Comune” con tutte le ragioni di chi intende votare “No” al referendum del 4 dicembre.
Esilarante vero?
Certo, ci siamo fatti tutti una bella risata, ma forse non proprio tutti, perché …
Perché l’Università della Svizzera Italiana (USI), una delle più prestigiose Università svizzere con sede a Lugano, potrebbe non aver gradito affatto il “refuso”.
Le centinaia di studenti italiani iscritti all’USI, infatti, essendo residenti all’estero per motivi di studio, si vedranno recapitare una lettera firmata da Matteo Renzi sulla quale viene riportata la scritta “bastausi”.
E’ evidente che si tratti di un refuso, ma rimane una gaffe per la quale il nostro Premier dovrà perlomeno scusarsi con il nuovo Rettore, il prof. Boas Erez.
Personalmente, poi, sarei lieto di conoscere, a tal proposito, l’opinione di Marcello Foa che, come tutti i miei lettori sanno, reputo che sia l’unico giornalista italiano assolutamente indipendente e che quindi debba essere letto da tutte le persone intelligenti e desiderose di un’informazione libera e svincolata dal mainstream.
Perché il Dr. Foa? Semplice!
Perché oltre a dirigere TImedia (la principale azienda del settore nel Canton Ticino) e ricoprire la carica di Amministratore Delegato del “Corriere del Ticino”, è anche stimato professore di “Comunicazione e media nell’ambito delle relazioni internazionali” proprio presso la Facoltà di Scienza della Comunicazione dell’USI (Università della Svizzera Italiana).
Che ne dice Dr. Foa?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro