Luxottica nella bufera … altro che “Beautiful”
Dopo il clamoroso addio di Andrea Guerra che ha lasciato la poltrona di Amministratore Delegato di Luxottica con una “buonuscita”, secondo i beninformati, di 120 milioni di euro, all’interno della società, leader mondiale dell’occhialeria, esplode una seconda bomba.
Ad un solo mese dalla sua nomina, infatti, il neo AD, Enrico Cavatorta, fortemente voluto dal Patron Leonardo Del Vecchio, lascia a sua volta la guida della multinazionale bellunese. La decisione è arrivata dopo un colloquio di tre ore fra i due che non ha portato ad una posizione di compromesso.
Alla base di tutto non ci sono, come si è detto nel caso di Guerra, differenze sulle scelte operative e strategiche del Gruppo, bensì divisioni insanabili nell’azionariato all’interno della famiglia Del Vecchio.
Eh sì, perché l’uomo che ha creato l’impero non ha avuto una vita affettiva e familiare diciamo “classica”, i sei figli di Leonardo del Vecchio, infatti, sono venuti al mondo da tre relazioni differenti, e si prospettano cause legali che vedrebbero coinvolte la moglie, Nicoletta Zampillo, madre di Leonardo Maria e l’attuale compagna, Sabrina Grossi, madre di Luca e Clemente, tutt’ora minori.
La Sig.ra Zampillo esige che una persona di sua fiducia, il consulente Francesco Milleri, abbia un posto all’interno del Consiglio di Amministrazione della società, una scelta non gradita dall’attuale AD Cavatorta, da qui le annunciate dimissioni.
Ma la situazione potrebbe addirittura diventare esplosiva perché si vocifera che altri attuali Membri del Board sarebbero disposti a lasciare qualora al Milleri venisse riservato un posto all’interno del CdA.
Insomma Leonardo Del Vecchio non si trova fra due fuochi, ma nel bel mezzo di una intricatissima vicenda al cui cospetto “Beautiful” pare un banale intreccio familiare.
Sappiamo tutti infatti che non c’è “belva” più tenace che una mamma che vuol salvaguardare i propri figli, e per un uomo avere figli con donne diverse è sempre fonte di problemi al momento in cui si devono decidere i criteri di successione.
La speranza, soprattutto per l’economia italiana ed in particolare per i lavoratori dell’azienda, nonché dell’indotto, è che i problemi “societari” trovino una situazione stabile, ed al più presto.
Gli alberi, si sa, impiegano tanto tempo per crescere, ma anche quelli più robusti possono essere abbattuti in pochi minuti.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro