Ma la Federal Reserve è una cosa seria?
Ogni mese tutto il mondo attende di conoscere con apprensione le minute del Fomc, ossia praticamente un resoconto di ciò che si sono detti, nella riunione avvenuta tre settimane prima, i partecipanti di quel comitato della Fed al quale è demandata la decisione sul livello dei tassi di interesse.
Visto che la decisione presa sui tassi è ovviamente già nota, ed inoltre da sei anni non vengono fatte variazioni, gli analisti cercano di capire dai toni della discussione quali potranno essere gli sviluppi e le decisioni future e quindi adattare le strategie d’investimento.
Il fatto è che questi resoconti assomigliano sempre più a barzellette, e nel leggerli non si può fare a meno di farsi quattro sane risate. Giudicate voi.
E’ stato riportato che: “Molti membri della Fed hanno espresso il timore che un aumento prematuro dei tassi possa mettere a rischio la ripresa”
Prematuro?!? Ma se i tassi sono a zero ininterrottamente da sei anni!!! Come si può definire un eventuale innalzamento del costo del denaro “prematuro”?
E’ chiaro che se dopo sei anni e tre operazioni di Quantitative easing che hanno vomitato sul mercato una quantità smisurata di liquidità, abbiamo ancora paura che un aumento dei tassi di un misero 0,25%, anche se soltanto fra sei mesi, possa “mettere in pericolo” la ripresa si deve dedurre che questa cosiddetta “ripresa” è fatta di carta velina.
Ma andiamo avanti.
“Molti membri della Fed hanno, inoltre, manifestato il timore che una rimozione della parola “paziente” dalla forward guidance possa causare turbolenze sui mercati.”
Qua siamo proprio al ridicolo, sembra proprio, infatti, che queste persone, che hanno in mano i destini del mondo, passino gran parte delle loro sedute a discutere se nel loro comunicato ci debba essere o meno la parola “paziente”.
Ma quel tempo non lo si può impiegare in maniera più produttiva che non stare a discutere sul sesso degli angeli? Non voglio sminuire l’importanza della forma, ma dovrebbe sempre essere secondaria rispetto della sostanza!
Ribadisco, se dopo sei anni in cui i tassi sono stati azzerati si pensa che ci possano essere “turbolenze sui mercati” non perché viene deciso un aumento, ma soltanto perché nel comunicato venga usata o meno la parola “paziente” riferendosi all’approccio col quale il Fomc possa prendere in esame una simile decisione, significa che la tanto sbandierata ripresa dell’economia americana sembra davvero poco concreta.
La perla, però, è nelle conclusioni finali:
la Fed, infatti, “vuole alzare i tassi a seconda delle condizioni dell’economia, tuttavia i suoi esponenti sono d’accordo nel fatto che sia difficile stabilire in anticipo una lista esauriente di indicatori economici e quale peso questi indicatori debbano avere.”
Chiaro?
La Fed vuole alzare i tassi in base alle “condizioni dell’economia”, cosa ovviamente banale, ma, i membri del Fomc ammettono candidamente di avere un piccolo problema:
non sanno neppure loro in base a cosa devono prendere questa decisione!!!
Siamo messi bene!
Che ne dite, cari membri del Federal Opem Market Committee di prendere quella fondamentale decisione facendo testa o croce?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro