Magistratura Democratica è pericolosa?
Certo, forse non serviva anche questa ennesima prova, ma ora anche i più scettici non dovrebbero più avere dubbi, Magistratura Democratica, la corrente di sinistra dei magistrati italiani, è tutto tranne che “democratica”.
L’acredine verso Berlusconi ha raggiunto punte inimmaginabili, veramente si fa fatica (anzi è assolutamente impossibile) ritenere che persone di questo genere possano fare i giudici.
I giudici, proprio per la loro importantissima funzione sociale, dovrebbero avere diverse qualità, ma perlomeno una in particolare, devono essere persone equilibrate.
E con Magistratura Democratica siamo proprio all’antitesi.
I Magistrati di questa corrente (fa già ridere che nella Magistratura esistano le correnti, ma andiamo oltre) non si erano mai messi una maschera, la loro parzialità era sotto gli occhi di tutti, ma ora sembra proprio che abbiano superato ogni limite.
In un Paese in cui oltre il 90% dei reati rimane impunito, in cui vaste zone sono interamente controllate dalla criminalità organizzata e nel quale ogni giorno vengono scarcerati pericolosi delinquenti solo per le inefficienze di una apparato giudiziario che costa ai contribuenti come in nessun altro paese al mondo, queste Magistrati si permettono non solo di criticare, ma di essere sferzanti nei confronti del Tribunale di Sorveglianza di Milano per aver disposto l’affidamento di Silvio Berlusconi ai servizi sociali.
Fosse stata l’uscita estemporanea di un iscritto a Magistratura Democratica, sarebbe già stato di una gravità assoluta, ma guardate cosa si sono permessi di pubblicare sul proprio sito a firma Beniamino Deidda, direttore di Questione Giustizia, il periodico della corrente di sinistra delle toghe:
«I cittadini si aspettavano che una grave condanna non finisse miseramente nel nulla e soprattutto non finisse con quella che sembra una presa di giro, con quelle quattro ore settimanali ad intrattenere i vecchini»
ed ancora, riferendosi a Berlusconi
“… si trattava di una persona grandemente bisognosa di un serio programma di riadattamento sociale”
Qui siamo ben oltre la critica, ma poi, non sono proprio i giudici a ripetere ossessivamente (anche se personalmente l’ho sempre ritenuta un’idiozia) che le sentenze non si commentano? E le disposizioni dei Tribunali di Sorveglianza? Quelle invece si possono commentare?
Ma poi, fossero commenti, queste invece sono frasi che si potevano ascoltare nella Cambogia di Pol Pot, non nell’Italia repubblicana.
E non mi soffermo neppure sulla caduta di stile (chiamiamola così, ma voi avete capito l’eufemismo) che Deidda riserva agli ospiti della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Basterebbe questo per capire con che razza di persone abbiamo a che fare.
Naturalmente la stampa ed i media minimizzano tutto ciò, limitandosi a espressione del tipo “Deidda fa le pulci alla decisione dei suoi ex colleghi” oppure “Magistratura Democratica critica la decisione del Tribunale di Sorveglianza”.
Perché questo timore reverenziale, c’è forse paura nel manifestare le proprie opinioni?
Povera Italia
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro