Matteo Renzi denunciato. Finalmente! … O no?
L’ultima indecorosa provocazione di Matteo Renzi aveva davvero superato ogni limite, l’Assessore all’Ambiente del comune di Roma, Paola Muraro, non ha quindi potuto esimersi dal denunciarlo per diffamazione.
In un Paese serio, quindi, la Magistratura dovrebbe ora agire con prontezza e rigore perché qui non si tratta delle esternazioni di un blogger o di un opinionista improvvisato, bensì di dichiarazioni perlomeno insensate fatte dal Presidente del Consiglio.
Vista l’estrema gravità di quanto asserito da Renzi se ne dovrebbe dedurre che attualmente il nostro Premier non sia proprio nel pieno delle sue facoltà. Anche se personalmente ho sempre ritenuto che il dibattito politico possa, anzi debba, a volte essere aspro e privo di fronzoli, non può certamente mai sconfinare nella calunnia.
Probabilmente Renzi si trova ad affrontare una situazione che non è in grado di gestire, non basta parlare di stress, evidentemente lui sta vedendo crollare la sua reputazione e teme di poter passare alla storia come la più grande meteora della politica italiana.
Un anno fa era sull’altare, oggi è nella polvere, e questo lo deve aver sconvolto.
Evidentemente nonostante i continui e ripetuti tentativi di riprendere in mano la situazione ormai la sciocchezza l’ha combinata: aver detto che se avesse perso il referendum avrebbe abbandonato la politica è stata la sua condanna, senza appello.
Anche se lui si è rimangiato la parola ormai un’infinità di volte ha capito che quella frase non solo gli farà perdere il referendum, ma qualsiasi competizione elettorale lo possa vedere coinvolto anche in futuro.
Sono ora corsi in suo aiuto Alfano e Napolitano, ma senza tanto successo. Il primo, per usare un eufemismo, non gode di buona popolarità, ed il secondo è ormai ritenuto un personaggio non più in grado di influenzare l’opinione pubblica.
Ma torniamo alle esternazioni di Renzi nei confronti dell’Assessore Paola Muraro, siamo certi che si possano solo derubricare a semplici farneticazioni espresse da una persona stressata?
O fanno parte di un piano?
Perché vedete, quando una squadra è chiaramente più debole tecnicamente rispetto agli avversari, potrebbe prima cercare di buttarla sull’agonismo, poi, qualora non bastasse … in rissa.
E quando la partita di calcio è diventata una bolgia … beh, non sempre vince la squadra migliore.
Effettivamente non sembra un’ipotesi peregrina.
Renzi potrebbe aver DI PROPOSITO, superato ogni limite, con la chiara intenzione di farsi denunciare, presentare quindi una controquerela e far degenerare così il dibattito sul referendum ad una rissa nella quale non è più chiaro quale sia l’argomento originario del contendere.
In questi casi, per tornare alla metafora calcistica, la squadra tecnicamente più forte deve evitare in tutti i modi le provocazioni, mantenere i nervi saldi, contando sulla chiara consapevolezza della propria superiorità.
A questo punto quindi la risposta della Raggi alla farneticante provocazione di Renzi (“La svolta? Dare i rifiuti a quelli di mafia capitale”) ossia “Mica siamo il Pd”, che appare d’acchito una reazione spontanea e naturale, ha dato al PD il pretesto per una controdenuncia, ossia la scusa per buttarla in rissa.
Le ragioni ed i torti di questa disputa sono chiari a tutti, su questo non ci sono dubbi, ma sappiamo che la Magistratura ha tempi biblici mentre il referendum si terrà fra due mesi.
Avanzo quindi l’ipotesi che la Raggi avrebbe fatto meglio a non cadere nella provocazione (giusta invece la querela della Muraro, è inaccettabile che si venga così gratuitamente calunniati), la Sindaca avrebbe dovuto invece limitarsi a sottolineare come le esternazioni isteriche del Presidente del Consiglio sono la più chiara dimostrazione della sua debolezza.
Per la Sindaca Raggi ed il Movimento 5 stelle, quindi, questa è l’ennesima prova di maturità, occorre assolutamente mantenere i nervi saldi, la vittoria del NO al referendum e la disfatta totale di Renzi è a portata di mano, guai lasciarsela sfuggire.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro