Mercati finanziari: il 2017 parte alla grande, però …
Sui mercati finanziari il nuovo anno è partito nel migliore dei modi. I listini azionari fanno registrare rialzi in tutti i cinque continenti. Non c’è un solo indice di Borsa che in questa prima settimana del 2017 non abbia fatto registrare una performance positiva.
Insomma nessuna nube all’orizzonte ed il sole splende su tutto il pianeta. Dobbiamo quindi essere ottimisti, se non proprio entusiasti?
Forse …
Forse perché stiamo parlando soltanto di cinque sedute nelle quali al massimo si sono guadagnati in totale due punti e mezzo percentuali, e poi perché ci sono alcuni segnali all’orizzonte che non vanno sottovalutati.
Il primo è che da un paio di settimane il prezzo dell’oro sta risalendo. Potrebbe essere un rimbalzo tecnico ed è certamente un fatto correlato all’andamento del dollaro.
In pratica il cross Eur/Usd dopo esser sceso per sei ottave di seguito ha trovato difficoltà nell’infrangere quota 1,04 e forse qualcuno ha cominciato a ritenere che al nuovo Presidente non faccia molto piacere avere una moneta troppo forte.
Il secondo, e forse più importante aspetto, è che un’economia più “autarchica” possa non giovare alle grandi corporations americane.
In altre parole si potrebbe ipotizzare che la cosiddetta “luna di miele”, che in generale i mercati riservano al nuovo Presidente, possa, in questa occasione, durare molto poco.
Mancano ormai meno di due settimane all’insediamento ufficiale di Trump, ma alcuni suoi interventi, mi riferisco in particolare al settore automobilistico, hanno già creato un certo sconcerto. Trump può fare la voce grossa con le aziende del suo Paese, ma dovrebbe essere più prudente con quelle estere, non può certo pretendere di comandare alla Toyota, gli potrebbe costar caro.
Da una guerra commerciale gli Stati Uniti hanno tutto da perdere, è vero che hanno una bilancia commerciale in forte passivo, ma se si scatenasse una guerra economica si scenderebbe ben presto sul piano valutario e gli Usa potrebbero avere seri problemi nel finanziare il proprio debito pubblico.
Non sto dicendo che gli Usa sono un colosso con i piedi d’argilla, ma che senza dubbio loro godono di un vantaggio enorme dovuto al fatto di avere una valuta, il dollaro appunto, che ancora oggi viene utilizzata quasi universalmente per gli scambi internazionali.
Se quindi Trump andasse a “pestare i piedi” a Paesi economicamente forti, mi riferisco a Cina e Giappone in particolare, le ritorsione potrebbero innescare conflitti con conseguenze non facilmente prevedibili.
Quindi per ora godiamoci questo momento d’oro per le Borse mondiali, ma non sottovalutiamo le nubi che si stagliano all’orizzonte.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro