Migranti: non dobbiamo costruire muri ... ma dare i soldi alla Turchia per non farli passare.

Migranti: non dobbiamo costruire muri ... ma dare i soldi alla Turchia per non farli passare.

Non mi sono mai occupato del tema dell’immigrazione, è un argomento che andrebbe trattato seriamente e non con superficialità come purtroppo avviene sui nostri media nazionali.

Innanzitutto occorre chiarire il significato delle parole, spesso infatti i politici usano termini diversi come se fossero sinonimi quando in effetti non lo sono.

Ed allora affidiamoci ad un’autorità in campo linguistico, la Treccani, ci servirà per capire di cosa stiamo parlando.

Immigrazione: Ingresso e insediamento, permanente o temporaneo, in un Paese (regione) di persone provenienti da altri Paesi (regioni).

Profugo: Persona costretta ad abbandonare il proprio Paese in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, per cercare protezione in una zona più sicura del suo Stato di appartenenza o per cercare asilo in uno Stato diverso da quello d’origine (profugo internazionale).

Chiaro quindi?

Il migrante è semplicemente una persona che migra da un Paese ad un altro PER UN QUALSIASI MOTIVO, il profugo è una persona COSTRETTA A MIGRARE in quanto rimanendo nel proprio Stato di appartenenza rischierebbe la vita.

Quindi ogni profugo è un migrante, mentre non tutti i migranti sono profughi.

Se ne deduce inoltre che un Paese civile dovrebbe dare OBBLIGATORIAMENTE accoglienza ai profughi, mentre potrà accogliere i migranti-non profughi solo per propria volontà.

Dato che la maggior parte dei migranti-non profughi, lascia il proprio Paese per motivi economici logica vuole che i Paesi che li accolgono siano in grado di garantire loro un migliore tenore di vita SENZA CONTEMPORANEAMENTE PEGGIORARE QUELLO DEI PROPRI CITTADINI.

Ed in Italia abbiamo avuto un esempio eclatante di questa immigrazione proficua non più tardi di 20/25 anni fa.

Era il 1992 quando ci siamo trovati costretti ad abbandonare lo SME (Sistema Monetario Europeo), la vera e propria prova generale dell’euro che per noi (ed anche per la Gran Bretagna) si rivelò un fallimento totale. Ne siamo usciti con le ossa rotte, ma ne siamo usciti, e da quel momento la nostra economia è immediatamente rifiorita, per l’Italia si è trattato di un vero e proprio nuovo miracolo economico.

Il boom conseguente, alimentato in particolare dalla piccola e media azienda, in pochissimi anni ha fatto crescere ai margini delle nostre città e dei nostri paesi le cosiddette Z.A.I. (Zona Artigianale ed Industriale) ma la sola popolazione italiana non riusciva a soddisfare la richiesta incessante di mano d’opera che continuava a pervenire dal mondo produttivo.

Ed ecco allora che abbiamo assistito ad un periodo di forte immigrazione, arrivavano lavoratori da tutto il mondo, dai Paesi dell’est, dal Nord Africa, dall’Asia e dal Sudamerica, in ampie zone del nord Italia il tasso di disoccupazione era praticamente a zero, nel senso che non lavoravano solo le persone che non volevano lavorare o non volevano accettare certe mansioni.

Sono stati anni, quindi, in cui davvero gli immigrati hanno contribuito in maniera determinante a far ricco il nostro Paese, ricevendo a loro volta il dovuto, ovviamente, perché le dinamiche economiche garantivano a tutti stipendi decorosi.

Poi … è arrivato il 1999 … cioè l’euro, e tutto è drammaticamente finito.

Ed ora diamo un po’ di numeri.

In Italia il primo gennaio del 2008 gli stranieri residenti, secondo i dati ISTAT, erano 3.023.317.

Da allora la spaventosa crisi economica ha letteralmente falcidiato i posti di lavoro, centinaia di migliaia di aziende sono fallite lasciando in mezzo alla strada milioni di persone. Nel recente studio pubblicato da Confindustria si stima che siano stati 3,5 milioni i posti di lavoro persi negli ultimi otto anni.

Tuttavia …

In Italia il primo gennaio del 2016 gli stranieri residenti, secondo i dati ISTAT, erano 5.026.153

Cioè due milioni in più rispetto al 2008.

Visto che nello stesso periodo, come ci dice il Centro Studi di Confindustria, si sono persi 3,5 milioni di posti di lavoro … qualcosa non quadra. Forse un problema c’è. O no?

E non finisce qui, perché c’è un altro aspetto per il quale … i conti non tornano.

Gli organizzatori della marcia pro-immigrati di Milano hanno annunciato enfaticamente la loro “ricetta” per l’accoglienza diffusa:

Tre migranti ogni mille abitanti

Dunque, applichiamo la matematica che, come noto, è la scienza esatta per antonomasia. In Italia siamo 60 milioni … allora … 3 per 1000 … facciamo i calcoli … 60.000.000 diviso 1.000 fa 60.000 per 3 fa 180.000 (centottantamila) persone.

Bene!

Allora, dato che soltanto nel 2016 (lasciamo pure perdere quelli arrivati negli anni precedenti), sono arrivati proprio 180.000 immigrati … guarda che combinazione fortunata!!!

Siamo a posto!!!

Soltanto con quelli arrivati lo scorso anno abbiamo già raggiunto il nostro obiettivo, abbiamo fatto il budget!!!

Bene. Risolto tutto!

Beh! Insomma … per la verità … c’è un problema!

Ancora?!?!? Un altro?!?!?

Sì perché … anche quest’anno ne stanno arrivando, e molti di più dell’anno scorso!!! Il 33% in più rispetto al 2016 che era già stato un anno record.

Perché, vedete, fino all’anno scorso per non rischiare di morire in mare molti migranti arrivavano in Europa via terra, ma non venivano da noi in Italia perché sanno che non c’è lavoro, andavano in altri Paesi.

Allora gli altri governanti europei hanno avuto una brillante idea, hanno proposto di dare sei miliardi a Erdogan, il democratico premier turco, per non farli passare.

Poi hanno chiesto a Renzi: “Ci stai anche tu?”

E lui ha risposto:

Sìììììììì” tutto entusiasta!!!

Allora Renzi ha preso una montagna di soldi delle nostre tasse e li ha dati ad Erdogan, perché non dobbiamo essere egoisti, ce lo hanno spiegato bene quelli della marcia di Milano, non dobbiamo costruire muri … ma dare i soldi alla Turchia per non farli passare.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro