Nel Pil c'è il nostro pane; ed il debito ce lo mangia
Ciò che forse sfugge agli italiani che sono ferocemente tartassati e che da anni stanno facendo sacrifici immani, è che nel contempo il debito pubblico continua ad aumentare.
La domanda da porsi, quindi, è:
Quali sacrifici dovrebbero fare per cominciare a vedere diminuire il debito pubblico?
La politica dà una risposta di questo tipo: non è tanto l’ammontare del debito che preoccupa, quanto il suo rapporto rispetto al Pil. La Germania, infatti, ha un debito pubblico superiore, come ammontare, al nostro, ma avendo un Pil molto superiore si può dire che la sua situazione finanziaria non desta preoccupazione.
Il fatto è che da noi il Debito Pubblico non solo aumenta in valore assoluto, ma anche nel rapporto con il Pil, Eurostat (l’Istat europeo, tanto per intenderci) ha appena pubblicato i dati relativi al primo trimestre di quest’anno e, neanche a farlo apposta, sono negativi.
Ma negativi è dir poco, sono allarmanti, visto che abbiamo superato la soglia del 135%, arrivando, per la precisione al 135,6%. In parole più chiare abbiamo un debito pari al 135,6% di quanto riusciamo a produrre in un anno. Naturalmente questo è solo quello dello Stato, poi ci sono le Regioni, le Provincie ed i Comuni che non stanno meglio, anzi, in alcuni casi sono alla bancarotta.
L’escalation è impressionante, soltanto tre mesi prima eravamo al 132,6% ed un anno fa al 130,2%.
Insomma ci abbiamo messo nove mesi, nel 2013, per peggiorare del 2,4% e nei primi tre mesi di quest’anno quel rapporto si è deteriorato del 3,0%!!! Se ne stanno rendendo conto gli italiani? Sanno la gravità di un dato così preoccupante?
Presumo proprio di no, troppo impegnati a cercare di “sbarcare il lunario” o, se preferite, di arrivare a fine mese.
Per gli italiani tutto ciò che non riguarda “il sopravvivere”, perlomeno in maniera dignitosa, è un argomento di secondaria importanza, quindi gli unici argomenti ai quali prestano attenzione sono come guadagnare o risparmiare di più.
Certo, lo sanno tutti, non serve essere economisti per capire che i bisogni primari hanno l’assoluta precedenza rispetto a qualsiasi altra necessità, ma occorre anche comprendere che questi argomenti, il Pil, il debito pubblico ecc., sono proprio attinenti ai bisogni primari, anzi stiamo proprio parlando di come cercare di “dar da mangiare” agli italiani.
Non è vero che il Pil “non si mangia”, nel Pil c’è dentro anche il nostro pane!
Insomma cosa debba accadere perché gli italiani capiscano che la strada che stiamo percorrendo, al di là delle manifestazioni di ottimismo dell’attuale Governo, è solo in discesa?
Non dobbiamo scendere meno rapidamente, dobbiamo risalire, e se la strada che stiamo percorrendo è solo in discesa come facciamo?
Quando capiremo che dobbiamo assolutamente cambiare strada? E rapidamente?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro