Da oggi il Veneto è un po’ più piccolo (ed il Friuli un po’ più grande)
Manca solo una formalità, la firma del Capo dello Stato, ma la Camera ha già approvato, e così la Regione Veneto perderà un territorio di 62 km quadrati che verranno aggiunti al Friuli, si tratta dell’area comunale di Sappada, ridente borgo montano e nota località turistica che fino ad oggi era in provincia di Belluno.
I Sappadini non ce la facevano più a sottostare al prelievo fiscale che una regione a statuto ordinario, come il Veneto, è costretta ad applicare, visto che gran parte delle tasse pagate dai veneti finisce a Roma e non torna più indietro.
Meglio quindi diventare friulani, là le tasse restano in Regione e non vengono setacciate a Roma.
Ma naturalmente la richiesta di “trasferirsi in Friuli” ufficialmente non è determinata da una volgare questione di pecunia, non sia mai! Le motivazioni preminenti sono di carattere storico e culturale, i soldi non interessano a nessuno.
Ed è esilarante che qualcuno cerchi davvero di accreditare questa tesi. Il giornale Repubblica, ad esempio, titola “Sappada lascia il Veneto e torna al Friuli Venezia Giulia”.
Torna?!?!?
Temo così di avere lacune in ambito geografico, non ricordo infatti che Sappada appartenesse al Friuli Venezia Giulia, ed allora per colmare in fretta le mie lacune mi impegno a leggere l’articolo in questione ed il solerte giornalista di Repubblica soddisfa subito la mia curiosità, egli infatti scrive:
“Il comune può ritornare quindi alla sua regione originaria, da cui è stata separata nel 1852”
Nel 1852?!?!?
Prima dell’Unità d’Italia??? E’ quindi una cosa recentissima! Tutti gli abitanti di Sappada ricordavano questo particolare e così hanno richiesto di tornare friulani perché i loro bis-bis-bis-nonni erano di quella regione.
Ve l’ho detto, non è una questione di soldi, non ci sono interessi pecuniari nella richiesta avanzata da diversi comuni veneti che chiedono di “trasferirsi” in altre regioni.
Vedete, cari lettori, il Veneto confina con quattro regioni: la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia ed il Trentino Alto Adige, ebbene accade però un fatto strano, apparentemente inspiegabile. Non c’è alcun Comune che abbia fatto richiesta di “trasferirsi” in Lombardia o in Emilia Romagna, tutti, ma proprio tutti, i Comuni che non vogliono rimanere veneti chiedono di far parte del Trentino Alto Adige oppure del Friuli Venezia Giulia. Chissà perché?
Personalmente proporrei l’istituzione di una Commissione d’inchiesta ad hoc, sulla falsariga di quella presieduta dall’On. Casini che sta cercando di dare un risposta ad uno dei misteri più inestricabili degli ultimi tempi e cioè: come mai si sono verificate nel nostro Paese crisi bancarie?
Ebbene, questa nuova Commissione d’inchiesta, che io ora invoco, potrebbe tentare di dare una soluzione a quest’altro mistero italico: come mai i Comuni veneti cercano di trasferirsi in Trentino Alto Adige o in Friuli Venezia Giulia e non in Lombardia o in Emilia Romagna?
Qualcuno ha già avanzato l’ipotesi che possa giocare un ruolo il fatto che le regioni di approdo godano del cosiddetto “statuto speciale” ma questa ipotesi implicherebbe che alla base ci siano motivazioni di carattere economico, mentre certamente le ragioni devono essere più nobili … di carattere culturale.
Povera Italia.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro