PD: più voti, meno iscritti
I dati pubblicati da Repubblica riguardanti il tesseramento del partito del Premier Renzi, evidenzierebbero una diminuzione di ben 400.000 unità, insomma un crollo verticale.
Eppure alle recenti elezioni europee il partito aveva avuto un consenso quasi plebiscitario, non è una contraddizione?
Penso proprio di no!
A Matteo Renzi può anche non importare nulla delle tessere, può non importare nulla se nelle primarie per decidere il candidato alla poltrona (sicura) di Governatore dell’Emilia Romagna siano andate a votare meno di 55.000 persone mentre erano state più di 400.000 per le primarie nazionali, può non importare nulla se i celeberrimi “circoli” del partito sono desolatamente vuoti.
Per “i comunisti”, però, vedere il partito in agonia deve essere una sofferenza indicibile.
E’ la storia del PCI che parla, la storia di un partito che ha sempre vissuto nell’illusione che le fortune elettorali dipendessero dalla partecipazione attiva di coloro che “ci credono”, che l’apparato fosse fondato sul volontariato ed i soldi per le campagne elettorali arrivassero vendendo salamelle alle Feste dell’Unità.
Ingenui, certo, ma persone VERE.
Che hanno in comune queste persone con Matteo Renzi?
Quelli che smontavano “il palco in fretta, perché anche l’ultimo degli addetti dei lavori, ha a casa qualcuno che lo aspetta”.
Quelli che la domenica mattina ti suonavano al campanello per venderti “L’Unità”.
Quelli che vedevano la società divisa in classi.
Cosa resta di loro dopo avergli tolto anche i sogni?
“Restano sparsi, disordinatamente, i vuoti a perdere mentali … abbandonati dalla gente … dalla gente … abbandonati dalla gente”
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro