Per la prima volta mi trovo d’accordo con Scelta Civica
E’ proprio vero che non si dovrebbe mai dire mai. Chi l’avrebbe detto che mi sarei trovato d’accordo con una proposta avanzata da Scelta Civica? Beh! A parte le battute, torniamo subito seri ed entriamo nel merito.
Si tratta del guazzabuglio seguito alla decisione dell’Alta Corte che ha dichiarato incostituzionale la legge che bloccava l’adeguamento al tasso d’inflazione per le pensioni superiori a tre volte l’assegno minimo, e cioè 1.443 euro.
Sull’argomento ho già pubblicato due articoli, nel primo mettevo in evidenza la situazione paradossale per la quale a tutt’oggi il nostro Governo non sia ancora stato in grado di quantificare l’entità del “buco” che si è venuto a creare a seguito della sentenza, nel secondo ho messo in evidenza che la Corte Costituzionale era stata forzata (intenzionalmente?) a prendere una decisione che avrebbe messo in difficoltà il Governo e, di conseguenza, la maggior parte degli italiani.
Ebbene, ieri, il Segretario di Scelta Civica e sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti, ha rilasciato una dichiarazione che ha avuto il grande merito di essere chiara ed inequivocabile, e proprio per questo ha sollevato un polverone.
Zanetti ha detto senza mezzi termini che rimborsare tutti, anche coloro che percepiscono pensioni sei/otto volte superiori alla “minima” sarebbe stato immorale.
Ebbene, mi trova d’accordo!
Avevo già sottolineato, nel mio precedente articolo, che il blocco delle rivalutazioni delle pensioni più “corpose” era uno dei pochissimi provvedimenti condivisibili presi dal Governo Monti, anche se, ed è bene essere chiari, la soglia di 1.443 euro (oltretutto lordi) era evidentemente troppo bassa.
Detto ciò, però, ribadisco che il livello delle pensioni erogate in passato è, senza alcun tema di smentita, estremamente elevato, ossia i pensionati italiani, nella loro globalità, incassano mensilmente assegni che non hanno un corrispettivo rispetto ai contributi realmente versati, naturalmente chi più e chi meno.
E’ del tutto evidente poi che i maggiori beneficiari di queste pensioni “gonfiate” sono proprio coloro che usufruiscono degli emolumenti più pesanti, insomma delle cosiddette “pensioni d’oro”.
Ed allora, visto che tutti i giovani, o comunque per tutti quelli che hanno iniziato la loro attività lavorativa dopo primo gennaio del 1996 varrà solo il sistema contributivo che, come noto, è penalizzante rispetto al precedente sistema retributivo, se dobbiamo chiedere sacrifici a qualcuno chiediamoli a coloro che in passato hanno goduto dei maggiori benefici.
A me sembra una argomentazione seria e soprattutto logica.
In conclusione, quindi, ritengo che il rimborso debba andare solo a coloro che hanno pensioni “normali”, intendendo all’incirca fino a 3.000 euro lordi al mese, mentre a chi supera questa soglia occorre chiedere il “sacrificio” di rinunciare all’indennizzo, hanno avuto tanto, possono anche rinunciare a poco.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro