Poletti: “non esistono diritti acquisiti”
“I diritti acquisiti non si toccano: si estendono” un bello slogan che campeggia spesso sugli striscioni in diverse manifestazioni sindacali. Bello, ma soltanto uno slogan, nella realtà tutto deve essere messo in discussione, soprattutto gli errori del passato.
Giuliano Poletti, il nostro Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, fa quindi bene a rimarcarlo in occasione di un convegno organizzato dal Pd sul Job Act, forse però non è la persona più indicata per criticare gli errori della politica di concertazione che per anni ha dominato la scena in Italia contribuendo in maniera determinante al disfacimento dell’apparato produttivo del nostro Paese.
Egli, infatti, per tutta la sua vita, è stato un fautore, un propugnatore e soprattutto un beneficiario delle politiche “concertative”.
La gran parte degli italiani, infatti, lo ha conosciuto da poco, da quando Renzi lo ha chiamato ad incarichi governativi e qualcuno ha anche avuto il coraggio di inserirlo fra gli “indipendenti” cioè coloro che non sono iscritti ad alcun partito, nella realtà Poletti ha avuto incarichi politici fin da quando aveva 25 anni e da allora non ne è mai uscito.
Già nel 1976, infatti, era assessore all’agricoltura nel suo comune di nascita, Imola, all’interno del Partito Comunista Italiano del quale, qualche anno dopo, divenne Segretario cittadino. E praticamente tutta la sua vita “lavorativa” l’ha passata all’interno della Legacoop della quale è Presidente nazionale dal 2002.
Ora, capirete bene, che sentire Poletti essere critico verso la concertazione e mettere in discussione i diritti acquisiti è un po’ come se sentissimo Giuliano Amato tuonare contro le pensioni d’oro.
Ma, si diceva una volta, il mondo è bello perché è vario, e non ci si deve stupire mai di nulla, soprattutto in politica dove la coerenza, naturalmente con qualche lodevole eccezione, è sempre stata un optional.
In politica, infatti, non si arriva a certi livelli perché coerenti con i propri ideali, ma solo se si dà prova di adattare le proprie idee al ruolo che si sta ricoprendo.
Forse, anzi, soprattutto per questo, tante menti eccelse si sono sempre tenute alla larga dalla politica lasciandola, purtroppo, ai “politicanti”.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro.