Renzi: confuso e felice
Penso che il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in quest’ultimo periodo, possa essere ben descritto parafrasando il titolo della canzone che Carmen Consoli portò a Sanremo quasi 18 anni fa: confuso e felice.
Questa è l’impressione che ho avuto vedendo il Premier intervistato da una anchor woman di razza come Barbara D’Urso.
Chiarisco subito, anche se forse potrebbe sembrare superfluo, che non ce l’ho fatta a vedere tutta l’ospitata del Presidente del Consiglio, penso che non esista in natura una persona sana di mente che possa sorbirsi per intero uno spettacolo così vomitevole, il trash elevato alla massima potenza.
Ma, almeno vedendo la rassegna stampa dell’evento televisivo, penso di aver assistito al clou dell’intervista e cioè quando Matteo Renzi ha annunciato il bonus bebé.
Sorvoliamo sul fatto che per comunicare misure di carattere economico un Presidente del Consiglio anziché utilizzare i canali istituzionali si serva di un canale televisivo nazional popolare, ormai a questo siamo perfino abituati.
Non dovremmo sorvolare, invece, su una questione non secondaria, e cioè che venga fatto un annuncio … così … come uno spot, senza chiarire un’infinità di cose assolutamente fondamentali: se retroattivo o meno (ossia se lo incasseranno, anche le famiglie che hanno in questo momento un figlio con meno di tre anni), se verrà erogato solo a cittadini italiani oppure anche agli stranieri con permesso di soggiorno (che normalmente fanno più figli degli italiani), quali requisiti economici occorrerà avere (inizialmente si era detto un reddito inferiore ai 90.000 euro, ora si parla addirittura di un ISEE inferiore a 30.000 euro), ma soprattutto come verrà erogato (visto che sarebbe assurdo non darlo a chi è disoccupato e quindi non si può immetterlo in una busta paga come si fa? Lo Stato invierà mensilmente un assegno da 80 euro alle famiglie che ne avranno diritto?).
Ma queste sono solo una minima parte delle domande alle quali dovrebbe esser data una risposta, si rischia un pastrocchio all’italiana di proporzioni colossali.
Tanto per capirci si rischia, o meglio andrà certamente a finire così, che lo Stato spenderà, o meglio sprecherà, molti più soldi per tutti gli adempimenti burocratici che non per erogare il vero e proprio bonus bebé (stimato in 500 milioni di euro) una cifra ridicola.
Ma torniamo al nostro Premier il quale, excusatio non petita, sa perfettamente che questa sua trovata (ma l’NCD ne rivendica la paternità, figuratevi come siamo ridotti), è ciò che di più populistico e demagogico si possa pensare, ed allora per “giustificare” che non è una manovra elettoralistica specifica che ha come beneficiari coloro che “per i prossimi 18 anni non voteranno”?!?!?
Questo è completamente fatto!!!!!
Ma gli 80 euro allora vanno direttamente ai neonati, non ai loro genitori?
Naturalmente la D’Urso non fa notare al Premier l’assurdità di quanto detto, probabilmente perché non arriva neppure a capire quanto idiota sia una frase del genere.
D’altronde, dalla D’Urso, cosa possiamo pretendere! Quello ha … e quello dà!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro