Renzi, Dindalini e la barzelletta dell’elicottero
Penso che Massimiliano Dindalini, attuale segretario provinciale del Pd di Arezzo ed ex Sindaco di Civitella Valdichiana, non farà ulteriore carriera politica, d’altronde non ha mostrato di avere un grande “acume”, però non è detto, forse nel Pd, per arrivare ai massimi vertici, è proprio necessario essere un po’ “tardi”.
I fatti sono noti, ma li riassumo. Lunedì scorso, verso le otto e trenta del mattino a Badia al Pino, in provincia di Arezzo, un elicottero bianco sulla cui fiancata campeggia la scritta “Repubblica italiana” e con a bordo il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, era costretto ad un atterraggio di fortuna all’interno di un piccolo campo da calcio a otto. Proprio in quel momento arrivava il titolare dell’impianto sportivo che aveva assistito alla scena, il quale, parlando col Comandante dell’elicottero veniva informato che c’era stato un guasto al velivolo e per questo era stato costretto all’atterraggio d’emergenza, veniva poi anche tranquillizzato per l’eventuale rifusione dei danni provocati alla struttura.
Successivamente arrivavano Carabinieri e scorta del Premier che saliva su un auto destinazione Roma.
Renzi, si guardava bene dal farsi vedere, si nascondeva come un sorcio, sapendo che la diffusione della notizia avrebbe innescato una polemica politica per lo sperpero di denaro pubblico derivante dall’uso (e dall’abuso) di mezzi di trasporto costosi il cui onere ovviamente è a carico della collettività.
Il tragitto da Firenze a Roma in treno costa all’incirca 40 euro, mentre in elicottero si stima (ma per difetto) una spesa di circa 4.500 euro ed occorre sottolineare che probabilmente Renzi sarebbe anche arrivato prima a Palazzo Chigi usando la ferrovia.
Il Premier, su questo tema, è molto sensibile, ricorderete senz’altro l’enfasi data per la vendita delle auto blu su eBay (una delle più grandi pagliacciate della storia italiana), capirete bene che per lui questo argomento risulta un tabù.
E’ del tutto evidente, infatti, che se politicamente ti presenti come il fustigatore dei privilegi della Casta ed il censore degli sperperi di denaro pubblico non puoi poi essere tu il primo a beneficiare di queste prebende, perdi tutta la tua credibilità, che per un politico è tutto.
Ricorderete, oltretutto, che Renzi era già stato pizzicato con il volo di Stato utilizzato per andare a sciare e le polemiche non erano mancate, di questo periodo, poi, dopo che il Presidente della Repubblica Mattarella ha utilizzato addirittura i mezzi pubblici, lo sputtanamento per Renzi sarebbe stato assicurato.
Ebbene, allora, ribadiamo, il nostro buon Matteo resta rintanato come un sorcio all’interno dell’elicottero in attesa che arrivino le auto blu della scorta per proseguire il viaggio sperando che la vicenda non avesse rilievo mediatico.
Non aveva fatto i conti con Massimiliano Dindalini, detto “la Volpe di Civitella Valdichiana” per la sua proverbiale astuzia.
Il Segretario Provinciale, infatti, verso le nove, si trovava al bar a bersi un caffè quando veniva informato dell’accaduto, si recava quindi al Centro sportivo, ma Renzi era già ripartito, il tempo di fare con il cellulare qualche foto all’elicottero del Premier ed immediatamente pubblicava su Facebook la notizia dell’accaduto, tanto perché non lo venisse a sapere nessuno.
Dindalini avrà pensato che una fortuna simile non gli sarebbe più capitata nella vita, da sconosciuto Segretario provinciale, aveva l’occasione unica di poter “leccare il c…” nientemeno che al proprio leader maximo, ed allora avrà pensato di essere affabile pubblicando sul social media più noto al mondo, spesso utilizzato proprio dal Premier, la foto che aveva scattato all’elicottero con un simpatico post:
«Questa mattina visita improvvisa del presidente del Consiglio. Caro @matteorenzi, capisco la fretta, prima di tutto l’Italia, però la prossima volta che atterri a Civitella concedici il tempo per offrirti un caffè. #lavoltabuona #pdarezzo».
dimostrando così che il soprannome de “la Volpe di Civitella Valdichiana” non era del tutto immeritato.
Chissà quanti accidenti gli avrà tirato Renzi quando avrà visto quel post, ma il bello è che non era ancora finita.
Sì, perché Dindalini non si fermava lì, visto che il suo post su Facebook non aveva ricevuto commenti dallo stesso Renzi ed essendo noto a tutti della fissazione patologica che il nostro Premier ha per Twitter, un paio di ore dopo ha ben pensato di pubblicare un’altra foto dell’elicottero con un simpatico tweet:
Ciao @matteorenzi, quando torni a prenderlo hai caffè pagato. Buon lavoro. Pd Arezzo
A quel punto penso che Renzi sia esploso e pare (ma conferme non ce ne sono) che abbia urlato ai suoi collaboratori “Chi è quel cogl…zzo, maremma buaiola. Ditegli di piantarla”.
Ma ormai la frittata era fatta, tutti i media si erano buttati sulla notizia pubblicando le foto che Dindalini aveva scattato all’elicottero “presidenziale” ed i suoi post su Facebook e Twitter.
Da lì alla polemica politica, ovviamente, il passo è immediato, il Movimento Cinque Stelle, Fratelli d’Italia e molti altri non si sono lasciati sfuggire l’occasione di sputtanare Renzi per lo spreco di denaro pubblico, che, di questi tempi, gli italiani non sono più disposti a perdonare.
Insomma una barzelletta spassosissima. Veramente seguire le vicende politiche italiane è molto più divertente che andare la sera al Cabaret, la comicità involontaria è sempre molto più esilarante di quella recitata.
Grazie @matteorenzi e grazie @MDindali per questi momenti di sano umorismo che ci regalate.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro