Il rilancio della Grecia: l’ennesima bufala
Attenzione! Attenzione! Lo abbiamo già detto, ridetto e stradetto, ma ogni volta questi superano tutti i limiti e quindi siamo costretti a lanciare continui allarmi.
Mi state chiedendo: questi chi?
Ma quelli dell’Unione europea!
I distruttori del continente universalmente riconosciuto come la “culla della civiltà”.
Questi … non si fermano. Hanno cominciato dalla Grecia, ma non hanno alcuna intenzione di fermarsi, al contrario! Vogliono i risparmi degli italiani, ed hanno già cominciato (chiedere ai veneti per conferme).
Ovviamente, quando si va a caccia, la prima regola è “non spaventare la selvaggina” altrimenti questa si mette in allarme e … scappa, quindi occorre dare segnali di normalità e tranquillità.
Perciò ci devono far credere che la Grecia abbia ancora organi vitali, mentre nella realtà è uno Stato già fallito, uno Stato che non ha onorato il proprio debito lasciando nella disperazione migliaia di investitori, ed ora, nonostante ciò, viene tenuto artificialmente in vita.
La Grecia è un po’ come quel pesciolino che è stato catturato ma non viene subito cucinato, servirà come esca per prendere pesci più grossi.
L’ultima che si sono inventati è che il Paese ellenico sia tornato sul mercato dei capitali. Cosa significa questa dicitura? E’ presto detto: che abbia emesso dei titoli del debito pubblico, e che questi siano stati sottoscritti da investitori.
Ebbene si tratta di una emissione di titoli a 5 anni per un ammontare di 3 miliardi ed un rendimento del 4,62%.
E cercano di farci credere che le richieste siano risultate più del doppio rispetto all’offerta, arrivando a 6,5 miliardi di euro.
Ovviamente è tutta una messinscena alla quale si sono prestati tutti: l’Unione europea, la Bce, il FMI e naturalmente il Governo greco. Non poteva mancare poi il pool di Banche che ha curato l’emissione, stiamo naturalmente parlando del gotha della finanza mondiale: Goldman Sachs, Citibank, Deutsche Bank, Hsbc, Bnp Paribas e Bank of America Merrill Lynch, la crème della crème, quelle che quando c’è da fare qualche porcheria non mancano mai.
Con questa messinscena cercano così di camuffare l’ennesimo prestito che serve per tenere in vita (naturalmente artificialmente) un Paese ormai in uno stato di coma irreversibile.
Questi soldi, infatti, sono serviti per riacquistare un prestito in essere che scadeva nel 2019, quindi in pratica si è spostata la scadenza avanti di tre anni, con ogni probabilità bisognava farlo adesso perché la situazione fra qualche mese, in Europa e nel mondo sarà più che surriscaldata, rovente.
A questa ridicola pantomima, alla quale si sono prestati tutti, chi ha superato ogni limite di decenza è stato senza dubbio Alexis Tsipras, il Premier greco passato dall’essere un esponente di spicco della sinistra antagonista al ruolo di burattino di Bruxelles.
Le sue dichiarazioni “Stiamo uscendo dalla crisi” e “Il peggio è chiaramente alle nostre spalle” sono quanto di più vecchio e stantìo abbiamo ascoltato negli ultimi dieci anni ed allora Tsipras ha voluto aggiungere una perla assoluta definendo l’emissione farsa di questi bond “Un successo assoluto”.
Ebbene, la verità è che la Grecia, non più tardi di un mese fa, ha ricevuto l’ennesima tranche di aiuti dall’Unione europea con la quale ha prolungato la propria agonia. La crescita economica sbandierata per l’anno in corso (+2,1%) e quella prevista per il prossimo, tutte da verificare ovviamente, sono eventualmente indotte esclusivamente dalle sovvenzioni che si perpetuano da Bruxelles (e Francoforte).
Quando il programma di aiuti arriverà alla sua scadenza naturale (2018) saremo in un periodo caldissimo per l’Europa, ma forse non ancora quello “decisivo”, quindi potrebbe anche essere nuovamente prorogato in attesa che … salti definitivamente il banco.
A questo punto, quindi, le fantasiose e suadenti dichiarazioni che oggi ascoltiamo da Tsipras e dagli euroburocrati assomigliano sempre di più alle melodie suonate dai violini del Titanic.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro